La situazione nel comparto della casa è particolarmente effervescente, un po’ per la ripresa della domanda (testimoniata dal repentino aumento dei prezzi registrato negli ultimi mesi), un po’ per i tanti interventi di natura edilizia facilitati dai numerosi bonus legati al settore, dal 110% a i bonus per l’efficientamento energetico e le ristrutturazioni, senza dimenticare poi gli incentivi per le facciate, il bonus idrico e via dicendo. Ne parliamo con Alberto Papotti, segretario provinciale di CNA Modena.

Papotti, il barometro del settore casa segna bel tempo.
“Sì, non si può negarlo. Ma non ci si può nemmeno fermare sugli allori, perché dietro alla ripresa, sia di quella del mercato immobiliare che del mercato degli interventi edili, ci sono alcune problematiche che rischiano di far terminare troppo presto questa fase positiva”.

Cominciamo dai primi.
“La domanda di edifici, case ed appartamenti, in precedenza bassa per questioni macroeconomiche e per le incertezze legate alla pandemia, risente oggi di una carenza di appartamenti. Crediamo sia necessario porvi rimedio facilitando le ristrutturazioni di edifici ora inutilizzati, ma anche senza ostracismi nei confronti delle nuove costruzioni, ovviamente tendendo ben presente le leggi urbanistiche in vigore”.

Problematiche di cui non risente il mercato delle ristrutturazioni.
“Purtroppo non è così. Pensiamo al Superbonus, ad esempio, che richiede tante formalità burocratiche, a cominciare dall’accesso agli atti. Si tratta di tutta una serie di documenti ed asseverazioni che creano dei colli di bottiglia che rischiano di intasare tutto il processo influenzando il mercato”.

In che modo?
“Beh, ad esempio creando aspettative e determinando un accavallarsi di cantieri che si riversano sui prezzi. Non è un mistero che i costi delle materie prime stiano subendo rincari così veloci da mettere in crisi gli equilibri finanziari dei singoli cantieri. Anche l’approvvigionamento dei materiali risulta difficoltoso. Per fortuna, la notizia della proroga del Superbonus dovrebbe allentare queste tensioni”.

A proposito di proroghe, non le sembra che ora ci sia una giungla di bonus che rischiano di drogare il mercato?
“Sì, assolutamente. Per questo noi riteniamo che sia il venuto il momento di programmare queste iniziative, anche in relazione alla durata del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che prevede l’utilizzazione delle risorse disponibili in cinque anni. Per questo abbiamo chiesto di stabilizzare per un quinquennio i vari incentivi, magari diminuendone l’importo e accelerandone i tempi di rimborso”.

Si spieghi meglio.
“Pensiamo al Superbonus, che ora prevede un credito d’imposta pari al 110% dell’importo dei costi ammessi, riscuotibili in cinque anni. Noi pensiamo che invece di andare avanti a suon di proroghe annuali che creano opportunità ma anche grandi incertezze, si potrebbe ridurre l’agevolazione ad esempio aII’85%, 90% riducendo i tempi di recupero fiscale del bonus arrivando a dimezzarli per gli altri incentivi. Un vantaggio per tutti, direi, e che agevolerebbe anche la cessione del credito. Ovviamente le stesse considerazioni valgono per tutti gli altri bonus, da quello del 65% relativo a l’efficientamento energetico degli edifici al beneficio del 50% per le ristrutturazioni edilizie”.

Cessione del credito che è stato uno degli elementi di maggior processo di queste strategie di incentivazione.
“E che noi richiedevamo da anni. Seppur in ritardo, con tanta abnegazione, per non dire testardaggine, siamo riusciti a convincere il Governo sulla bontà di uno strumento, la cessione del credito appunto, senza costi per le casse dello Stato e contemporaneamente in grado di potenziare i bonus. Mi viene spontaneo sottolineare che sarebbe opportuno che i decisori politici, tutti e a tutti i livelli, ascoltassero di più realtà come le nostre, le cui proposte spesso e volentieri vanno oltre agli interessi corporativi”.

“Le nostre proposte – conclude Papotti – cercando di tenere insieme gli interessi economici degli imprenditori che rappresentiamo a quelli dell’intera comunità. Anche il rapporto di collaborazione che ci lega ad UPPI va in questa direzione”.

 

Fonte: Modenaabitare, edizione n.3 2021