CNA Costruzioni esprime preoccupazione in merito alle difficoltà generate dagli obblighi di pubblicazione per le stazioni appaltanti disposti dal nuovo Codice degli appalti a partire dal 1° gennaio 2024.

Come era prevedibile, visti i dati rilevati dall’Osservatorio realizzato dalla CNA “Appalti pubblici – L’Everest per delle piccole imprese” lo scorso anno, che rivelavano come ancora il 30% delle procedure si svolgesse in modalità cartaceail processo forzato di digitalizzazione ha provocato forti disagi alle stazioni appaltanti, soprattutto quelle più piccole.

Quanto sta accadendo coinvolge inevitabilmente anche il sistema delle imprese, che in assenza di soluzioni adeguate si trovano ad affrontare, nei fatti, il rischio di un blocco dei micro e piccoli appalti, compromettendo la continuità nell’erogazione di servizi pubblici.

La riforma digitale dei contratti pubblici rischia di innescare un cortocircuito nella gestione delle procedure di affidamento, con particolare disagio per le piccole amministrazioni che si trovano impossibilitate a ottenere i certificati identificativi di gara (CIG), necessari per avviare le procedure di assegnazione delle commesse.

Numerose stazioni appaltanti hanno evidenziato la persistente disfunzione della banca dati gestita dall’Anac, che non è però riuscita a fornire risposte adeguate, lasciando gli operatori pubblici alla ricerca disperata di soluzioni operative.

Recentemente l’Autorità anticorruzione ha esteso l’uso dell’interfaccia web per appalti, inclusi gli affidamenti sotto i 5mila euro, fino al 30 settembre 2024. Tuttavia, anche questa soluzione non risulta priva di criticità, posto che molti lamentano problemi nel funzionamento della banca dati gestita dall’Autorità.

CNA Costruzioni invita il ministero competente a intervenire con provvedimenti urgenti per risolvere tempestivamente le criticità emerse, evitando così di ingessare il sistema degli appalti con ripercussioni negative su tutta l’economia del settore.