costruzioni

“Avevamo chiesto una proroga sino al 31 marzo. È arrivata una sanatoria che salverà meno di un condominio su cento, che non interviene sui crediti incagliati e che, ciliegina sulla torta, rischia di favorire chi ha lasciato i lavori a metà. Di fatto – sbotta Luca Giovanelli, presidente di CNA Costruzioni Modena – un condono, visto che chi ha ceduto il credito e definito lo stato avanzamento lavori, può incassare il beneficio indipendentemente dal raggiungimento delle condizioni minime, come il miglioramento delle due classi energetiche. A rimetterci, insomma, c’è il rischio che siano i contribuenti più corretti”.

Una sanatoria, quindi, che non sana nulla, anzi. “Il rischio è che, con questo provvedimento, si riesca a portare a termine solo una manciata dei trecento cantieri superbonus sul territorio modenese, non più di tre o quattro. E di trovarci, invece, decine e decine di scheletri di interventi non terminati, con contenziosi infiniti tra i cittadini ed imprese, i primi costretti a vivere in cantieri permanenti, le seconde, soprattutto le più esposte, con il serio rischio di finire gambe all’aria.

Tanti i dubbi lasciati sul tavolo dal provvedimento. “Ad esempio – continua Giovanelli – come si ripartiranno i costi nei condomini dove alcune famiglie potranno usufruire del fondo a disposizione di chi ha un Isee inferiore ai 15.000 euro, fondo peraltro con una dotazione nazionale di appena 16 milioni di euro?”

Il tutto mentre si approvano oltre ventidue di milioni di mancette, tra le quali, uno stanziamento di 1,2 milioni di euro per i lavori di riqualificazione del golf club di Asiago o 800.000 euro in due anni per le attività culturali di un comune di 40.000 anime in provincia di Latina.

Un’azione che si fa beffe dei cittadini, dei professionisti, delle imprese che hanno creduto nel processo di rinnova-mento e adeguamento del patrimonio edilizio del territorio.

“Siamo assolutamente consapevoli – sottolinea Giovanelli – del fatto che il superbonus 110% abbia rappresentato una misura emergenziale per rilanciare la nostra economia nel post covid e che quindi ora, superata l’emergenza, ne sia necessaria di una profonda revisione, ma ciò non toglie fosse necessaria una exit strategy ordinata e non traumatica per concludere i lavori già avviati. La proroga rientrava in quest’ottica, il provvedimento del governo, al contrario, sarà il detonatore per una serie inimmaginabile di contenziosi”.