ecobonus e crediti

Lo scorso 8 maggio la direttiva EPBD (Energy Performance of Building Directive), meglio nota come “direttiva Case Green” è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Europea. L’obiettivo del provvedimento è stimolare la riqualificazione energetica di edifici privati e pubblici in tutta Europa, al fine di ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 del parco immobiliare dei ventisette Paesi europei. Gli Stati membri, tra cui l’Italia, avranno due anni di tempo, fino al maggio 2026, per recepirla nella legislazione nazionale, in conformità con le disposizioni dell’art. 37, istituendo piani nazionali di ristrutturazione degli edifici quali strumenti pienamente operativi per individuare strategie di ristrutturazione a lungo termine.

Al momento, pertanto, le disposizioni contenute nella direttiva non sono ancora operative nel nostro Paese, ma è indubbio che il dibattito e le future iniziative del Governo in materia di incentivi in ambito di efficientamento energetico dovranno tenere in considerazione gli obiettivi di transizione verso edifici a zero emissioni fissati dalla direttiva.

Secondo le definizioni della direttiva, il 43% degli immobili meno efficienti dovrà essere riqualificato dal punto di vista energetico. In Italia, considerando solo il parco immobiliare residenziale,  vi sono circa 12 milioni di edifici (dati Istat), pertanto sarà prioritario intervenire sui circa 5 milioni di edifici con le prestazioni più scadenti, ognuno dei quali composto da una o più unità immobiliari. Gli obiettivi saranno misurati in base al calo del consumo medio di energia primaria in kWh a partire dal 2020, quindi le riqualificazioni effettuate nel nostro Paese grazie al superbonus e agli altri incentivi costituiscono già una base di partenza per il raggiungimento degli obiettivi.

CNA già da diverse settimane ha sollecitato il Governo all’apertura di un tavolo di confronto per il riordino degli incentivi e bonus edilizi.
È nota l’uscita disordinata dalla misura del superbonus che, salvo ulteriori provvedimenti e con crescente difficoltà e limitazioni, dovrebbe avere ancora una fase con percentuale in decalage. Ma anche altri incentivi “storici” come il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus hanno un orizzonte temporale che, ad oggi, si interrompe al 31 dicembre 2024. Non si hanno certezze su future proroghe o ridimensionamenti delle percentuali di detrazione, motivo per cui è necessaria quanto prima l’elaborazione di un piano strutturato di incentivi.

Con l’esperienza del superbonus abbiamo sempre più maturato la convinzione che le imprese, ma in generale anche le famiglie, per pianificare gli interventi di efficientamento energetico (e di riduzione del rischio sismico) abbiano bisogno di un quadro normativo stabile e semplificato, con regole certe, in un periodo medio lungo che permetta la realizzazione dei lavori.