CNA contesta la volontà dell’Amministrazione Comunale di aumentare l’IMU a carico delle imprese. Con una ripresa economica ancora incerta, le imprese, e in particolare quelle che vivono soprattutto di mercato interno, faticano a uscire dal tunnel della crisi, e continuano ad essere vessate da una forte pressione fiscale, che anche a livello locale ha manifestato negli ultimi anni dinamiche di crescita eccessive e non più sostenibili.

Per fare fronte alle pur legittime esigenze di bilancio degli Enti Locali non si può pensare di continuare a fare ricorso ad aumenti automatici della tassazione. Occorre interrompere la spirale negativa secondo cui, per poter mantenere lo standard dei servizi pubblici, si continua ad appesantire la pressione tributaria e tariffaria a carico delle aziende, che andrebbero invece supportate negli sforzi tesi a creare le condizioni per la ripresa economica ed occupazionale.

Anche i comuni, così come hanno fatto e stanno facendo le aziende, devono fare scelte più decise e mettere in atto misure strutturali riguardanti l’organizzazione, il funzionamento delle macchine comunali e i modelli di gestione dei servizi ai cittadini e alle imprese, in modo da perseguire obiettivi più alti di economicità, risparmio ed efficienza. È necessario comprimere le spese correnti, accelerare in maniera convinta e decisa il progetto di Unione dei Comuni e la gestione in forma associata dei servizi. Vanno estese le esperienze di sussidiarietà quale elemento caratterizzante il rapporto fra istituzioni e mondo dell’impresa, così da costituire un nuovo modello di gestione dei servizi, che sappia valorizzare pienamente le potenzialità di tutto il tessuto imprenditoriale.

Il capitolo “IMU” è particolarmente rappresentativo dei sacrifici economici da anni richiesti alle piccole imprese, un’imposta che ha determinato esborsi molto più alti rispetto alla precedente ICI, proprio in anni di crisi.
Inoltre, la previsione di aumentare ulteriormente l’IMU per le imprese, (si parla di un incremento di oltre il 18%) da parte dell’Amministrazione Comunale, contraddice lo spirito e le linee intraprese dalla Legge di Stabilità, che prevede espressamente di non aumentare l’imposizione locale. Ci chiediamo: cosa potrebbe accadere nel caso di approvazione di un bilancio che potrebbe ritenersi illegale, nel caso appunto che il parlamento vari la Legge di Stabilità così come è stata presentata?

Da tempo chiediamo la diminuzione del peso dell’IMU sui bilanci delle aziende e l’esclusione dall’imposizione, o almeno la significativa riduzione dell’imposta dei beni immobili strumentali all’attività d’impresa, considerando che si tratta di beni che comunque subiscono già una tassazione attraverso il loro concorso alla produzione del reddito d’impresa. Diversi Comuni hanno già assunto decisioni che tendono a riconoscere questo stato di cose.

CNA invita quindi l’Amministrazione Comunale a rivedere le proprie intenzioni di aumentare l’IMU sulle imprese e a continuare il confronto con le categorie economiche. Anche perché, in linea con la stragrande maggioranza dei comuni, non è così strettamente necessario andare all’approvazione del bilancio entro la fine dell’anno, soprattutto di un bilancio che, così com’è stato proposto, appare penalizzante per le imprese al di là di ogni ragionevole giustificazione e presenta delle criticità dal punto di vista legislativo.