Non è più una situazione rinviabile: la sicurezza è una priorità e servono impegno quotidiano e coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.
Dopo la tragedia di Firenze non è più rinviabile una legge per l’accesso alla professione nell’edilizia. La sicurezza richiede la massima attenzione su ogni aspetto, quindi occorrono rispetto e applicazione rigorosa dei contratti di lavoro, contrasto alla pratica del massimo ribasso e al subappalto infinito, formazione effettiva ed efficace per tutti i soggetti che operano nel cantiere. E poi, una norma per la qualificazione delle imprese.
“A oggi, non è pensabile avviare un’azienda edile con la semplice iscrizione in camera di commercio” – afferma Adelio Moscariello, responsabile CNA Costruzioni Modena – in merito ad alcune proposte in circolazione per rafforzare la sicurezza, le regole del cantiere sono universali, non c’è distinzione tra committente pubblico e privato. Sull’efficacia della patente a punti continuo a nutrire forti dubbi, da sempre espressi da CNA nei tavoli istituzionali, sul fatto che sia uno strumento effettivamente in grado di favorire le imprese più virtuose e che, al contrario, non determini il rischio di penalizzarle per eventi di cui non sono responsabili. Anche la SOA non è soluzione perché è una sorta di certificazione cartacea da parte di terzi dei lavori realizzati da un’azienda. Per la qualificazione delle imprese il primo e fondamentale passo è una legge sull’accesso alla professione”.
Il responsabile ribadisce anche la contrarietà di CNA al subappalto a cascata: “chi si aggiudica un appalto deve possedere al proprio interno le adeguate competenze per realizzare i lavori. Siamo sempre stati contrari all’introduzione del subappalto a cascata”. Da subito si potrebbe intervenire almeno sulle opere al di sotto delle soglie comunitarie.
Infine, sulla questione dei controlli, Moscariello afferma che: “è evidente che c’è un tema di quantità di ispettori, ma ancor prima è necessario che i controlli siano mirati, efficaci e concentrati su aspetti sostanziali. Siamo stati favorevoli alla nascita dell’Ispettorato nazionale del lavoro nel 2015 proprio per assicurare omogeneità ed efficacia dei controlli. Prima di pensare a nuovi assetti sarebbe opportuno valutare e misurare gli elementi positivi di quella riforma e gli aspetti che non hanno funzionato. Solo così possiamo rafforzare la sicurezza nei posti di lavoro. Anche su questi temi il potenziamento del ruolo della bilateralità può rappresentare un valido supporto di collaborazione con gli organi di controllo. Continuiamo a credere che i controlli e le ispezioni sul campo offrano garanzie superiori alle verifiche di carta, di nome e di fatto”.