“Le contingenze quotidiane sono importanti, per crescere serve una visione, una strategia che vada oltre. È un requisito che si chiede alle imprese, ma anche alle associazioni ed è questo il modo in cui cercherò di declinare il mio ruolo di Presidente CNA Industria”. Così Marco Malagoli, nuovo presidente di CNA Industria Modena, il raggruppamento che associa circa un migliaio tra le imprese più strutturate iscritte all’Associazione modenese, illustra il piano di lavoro presentato all’indomani della sua elezione.
“Innanzitutto, dobbiamo capire, capire come si sviluppano le attività istituzionali attorno a noi, quelle che definiscono azioni che ci toccano da vicino. Abbiamo già iniziato analizzando come nascono i bandi regionali, nazionali e locali, ma ci interessa sapere ad esempio come funzionano le istituzioni UE e, a livello locale, incontrare Questore, Prefetto, Guardia di Finanza, per conoscere e conoscerci”.
Ovviamente ci sarà ampio spazio per i temi di natura economica. “Oggi è il tempo della ricostruzione, con tante risorse pubbliche a disposizione. C’è chi paragona il PNRR al piano Marshall del dopoguerra. L’impressione, addirittura, è che non si abbia no le idee chiare su come investire queste risorse per costruire valore: c’è chi pensa che si debbano costruire stadi, piuttosto che altre infrastrutture. Sarà nostro compito monitorare l’utilizzazione di questi fondi sul territorio”.
Uno degli ostacoli alla crescita, nel modenese, è sicuramente la mancanza di personale. È stancante continuare a ripetere che la scuola non funziona, che manca una connessione tra mondo del lavoro e quello della formazione, che gli studenti sono impreparati e non hanno voglia di lavorare. Occorre, invece, agire, ripristinando in modo più costruttivo e meno burocratico il rapporto con le scuole professionali in primis, scuole che sono la fucina degli artigiani del futuro. Qualche nostra associato sta già lavorando a progetti che meritano di essere analizzati e magari industrializzati per replicarli sul territorio.
Per ultima, ma non ultima, la rappresentanza. “L’associazionismo vive di rappresentanza. Rappresentanza di idee, e categorie. Rappresentanza di valori. Portare l’associazionismo a una nuova lettura, vuol dire trovare nuovi modi di connettere le persone e il mondo del lavoro. Occorre reinterpretare questo nuovo mondo. Rifondare una idea della nostra associazione partendo dalle basi delle nostre convinzioni. È questo il contributo che cercherò di dare a CNA, con l’aiuto dei colleghi”, conclude Malagoli.
Gentile Marco, ho 53 anni, diploma ragioneria, 29 anni di attività da impiegata amministrativa, ma attualmente disoccupata. La scuola da alcuni anni non funziona come prima, non può insegnare come prima, e ne verranno fuori ragazzi impreparati, che non sapranno esprimersi, che conosceranno solo il linguaggio dei dannati cellulari, e non avranno voglia di impegnarsi lavorativamente. Già peccano di rispetto per gli insegnanti e le istituzioni, i genitori peggio, pretendono molto, vogliono voce in capitolo ma non capiscono il sacrificio. Bisogna che nelle scuole ritorni il rigore di prima. Detto ciò sono stanca di sentir parlare sempre dei giovani, tutto in funzione dei giovani. Il risultato è molto negativo. E si tralasciano persone come me, che hanno poche speranze per il lavoro, perché le aziende preferiscono i giovani, senza esperienza, purché si risparmi, e alla fine si ritrovano con esito negativo. Il Governo fa le leggi del cavolo, e chi ne fa le spese? Manca il personale nelle scuole? Che si chiamino i disoccupati, che si chiamino coloro che inviano le Mad. Soprattutto che il Governo non faccia tagli all’ istruzione, al contrario, deve investire molto di più, anche con formazione gratuita. Non è corretto che bisogna fare i corsi a pagamento per lavorare. Il lavoro è un Diritto di tutti. E chi non ha disponibilità economica ha pieno diritto alla formazione e lavorare.