Fonte: softskills.site

Consapevolmente o inconsapevolmente siamo sempre alle prese con delle decisioni. Alcune di queste sono talmente semplici che le processiamo in automatico senza quasi accorgercene, mentre altre, molto più difficili, richiedono tempo, metodo e impegno. E se il risultato di questo processo decisionale è una scelta importante che può essere determinante per le sorti di un progetto o della tua azienda/organizzazione, allora la scelta diventa difficile. E se non hai un metodo da seguire tutto si complica.

Un metodo collaudato infatti ti dà una certa sicurezza di aver fatto il meglio che si poteva fare per prendere la miglior decisione possibile. Mentre affidarsi sempre esclusivamente “all’istinto” non è un buon metodo. Anzi non è proprio un metodo, anche se molte persone adottano questo approccio. Sono quelle che non hanno competenza nel Problem Solving e nel Decision Making. O appunto, nel processo decisionale, salvo poi non sentirsi apposto con la coscienza e farsi prendere dall’ansia e dalla paura di sbagliare la scelta.

Ma vediamo gli argomenti di questo articolo:

Quando è necessario conoscere un buon metodo per il processo decisionale

Come già accennato nell’introduzione, sono molte le occasioni che attivano un processo decisionale più o meno difficile. Per quelle più semplici non è necessario affidarsi a metodi articolati, basta a volte un po’ di creatività e di buon senso. Le decisioni diventano invece più difficili quando hanno a che fare con problemi complessi, riguardanti scelte che coinvolgono un livello e una quantità di variabili importanti. Pensa ad esempio al processo decisionale che porta alla scelta se investire in un progetto o in un altro. O se acquistare un immobile piuttosto che un altro. In questi casi non ci si può affidare all’istinto o a scelte di pancia. Volendo lo si può anche fare, a proprio rischio e pericolo, se la cosa non coinvolge però altri individui o investitori.

Perché bisogna utilizzare un metodo razionale per le scelte

Quando invece sono coinvolte altre persone e la posta in gioco è alta, è necessario comportarsi responsabilmente e saper dimostrare che la scelta che si sta effettuando è frutto di un metodo razionale e collaudato. Cioè di un processo decisionale che ha tenuto conto di tutte le variabili in gioco e che porta alla soluzione migliore possibile, quella cioè che nel suo complesso è la più efficace ed efficiente. Magari non per tutti, o non per tutte le variabili, ma nel suo insieme è la miglior soluzione. Quella cioè che ha la maggior probabilità di successo.

È quindi necessario conoscere ed utilizzare il criterio giusto da applicare alla scelta e saperlo spiegare agli altri individui coinvolti. In questo modo il metodo utilizzato risulta razionale, credibile, imparziale ed efficace. E quindi viene accettato. Altrimenti se si utilizzasse un criterio soggettivo poco razionale e credibile, le scelte fatte potrebbero, giustamente, non essere accettate e condivise.

A chi serve un buon metodo per il processo decisionale

La conoscenza di un buon metodo per il processo decisionale è necessaria a chi deve fare scelte difficili e importanti con una certa frequenza. Ad esempio quindi a imprenditori, Team leader, Project Manager e più in generale ai manager, dirigenti e responsabili di funzione.

Cos’è il processo decisionale e il problem solving

Partiamo dalla definizione di processo. Questo è un insieme di fasi o attività. Nel caso di un processo decisionale è un insieme di attività, raggruppate in fasi, che portano alla soluzione di un problema. Cioè alla scelta di una soluzione. Quindi il Problem solving si affida ad un processo decisionale. E non dobbiamo dare necessariamente un significato negativo al termine problema. Ma possiamo interpretarlo come un’opportunità di miglioramento. Cioè come il GAP che ci divide da una situazione iniziale A (com’è – AS IS) migliorabile, alla situazione di arrivo B (come deve essere – TO BE), migliore di A.

Come interpretare un problema

Quello che trovate qui è un breve riassunto di un grosso argomento che non può essere sintetizzato in modo esauriente in un articolo.

Tutti i dettagli del processo decisionale, la spiegazione particolareggiata delle fasi del Problem Solving e gli strumenti da utilizzare nelle varie fasi sono illustrati nel nostro sistema per scoprire, sviluppare e attestare le tue competenze nel Problem Solving.

Ecco il metodo in 3 fasi del processo decisionale

Innanzitutto, facciamo una premessa sull’importanza di seguire un metodo di lavoro efficace e collaudato. Avere un metodo di lavoro è fondamentale. Il metodo è quello strumento che ci permette di ottenere dei risultati, a volte straordinari, che in sua assenza sarebbe impossibile raggiungere. Un metodo è il risultato di studi, ricerche, applicazione pratica, sperimentazioni ed esperienze che lo migliorano continuamente rendendolo capace di produrre risultati sempre migliori. Avere quindi uno strumento così efficace quando dobbiamo risolvere un problema è come avere una lama ben affilata quando dobbiamo tagliare un albero. A tal proposito, Lincoln diceva:

“Se avessi a disposizione otto ore per abbattere un albero, ne passerei sei ad affilare l’ascia”.

Ma vediamo ora quali sono le tre fasi di un processo decisionale e alcuni strumenti che si possono usare in ogni fase (trovi l’elenco completo e la spiegazione degli strumenti all’interno del libro PROBLEM SOLVING EFFICACE).

1° fase – Diagnosi del problema

L’insieme delle fasi che costituiscono la diagnosi serve a circoscrivere il problema per definirlo al meglio, ed è fondamentale che sia fatta bene. Infatti se il problema è ben definito è molto più semplice trovare la soluzione, che può diventare addirittura scontata.

Un problema ben definito è già mezzo risolto

Se identifichiamo il vero problema inoltre, non corriamo il rischio di commettere errori lavorando su un falso problema il che potrebbe nelle migliori delle ipotesi farci perdere tempo, nelle peggiori fare danni. E’ per questo motivo che la fase diagnostica è la più importante, quella per la quale è necessario dedicare più tempo e attenzione. Sotto trovate due citazioni di Albert Einstein che mi sembrano pertinenti e significative:

Se avessi solamente un’ora per salvare il mondo, passerei 55 minuti a definire bene il problema e 5 a trovare la soluzione


Non sono più intelligente degli altri, semplicemente mi fermo a ragionare sui problemi più a lungo.

Alcuni strumenti utili in questa fase sono:

  • CATWOE e 5W+2H: per definire e circoscrivere il problema;
  • Mind mapping: per organizzare le informazioni e per definire e descrivere il problema;
  • Stakeholder analysis: per effettuare l’analisi bisogni e aspettative dei portatori di interesse;

2° fase – Ricerca alternative

Questa fase si può sintetizzare come una generazione di alternative di soluzione fattibili, cioè compatibili con gli obiettivi da conseguire e le risorse disponibili, considerando preventivamente gli sviluppi futuri.
Le sotto-fasi sono quindi:

  1. Analisi sviluppi futuri;
  2. Definizione degli obiettivi;
  3. Analisi delle risorse disponibili;
  4. Generazione di alternative;

Alcuni strumenti utili in questa fase sono:

  • Brainstorming e Brainwriting per la generazione di idee;
  • Tecnica degli scenari per l’analisi degli sviluppi futuri;
  • Albero degli obiettivi per la loro definizione;
  • Matrice delle alternative per la loro analisi;

3° fase – Scelta della soluzione

Obiettivo di questa fase è individuare, tra le alternative generate nella fase precedente, quella più efficace ed efficiente, tenendo conto degli sviluppi futuri del contesto e dei rischi delle soluzioni alternative. E’ quindi formata da tre fasi che precedono la selezione della soluzione finale:

  1. Analisi dei rischi;
  2. Analisi quantitativa o qualitativa delle alternative;
  3. Selezione della soluzione;

Alcuni strumenti utili in questa fase sono:

  • Il Risk management per la valutazione dei rischi e dei costi connessi;
  • Il metodo dei pro e contro per prendere decisioni tra alternative semplici;
  • Media pesata-utilità per prendere delle decisioni più complesse tra possibili alternative;

Ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione e la soluzione giusta.