La Camera dei Deputati lo scorso 17 gennaio, ha approvato il disegno di legge in materia di ristorazione in abitazione privata (Home Restaurant). Ora il testo dovrà essere esaminato dal Senato.
La nuova attività di ristorazione in abitazione privata da cui il termine “home restaurant” viene considerata come un’attività occasionale finalizzata alla condivisione di eventi ed esercitata all’interno di unità immobiliari ad uso privatoabitativo, possono essere impiegate piattaforme digitali che mettono in contatto gli utenti anche a titolo gratuito e con preparazione dei pasti all’interno delle strutture medesime.
È necessario delineare una serie di limitazioni che in ogni caso sono da ritenersi piuttosto blande, di fatto dannose e “slealmente concorrenziali” nei confronti delle attività di ristorazione regolarmente costituite come tali.

Nello specifico, chi gestirà l’home restaurant:
– Non sarà un lavoratore dipendente poiché non ci sono vincoli di subordinazione;
– Non sarà un imprenditore in quanto (nei limiti indicati nel D.L.) non iscrivibile nel registro imprese;
– Non sarà un’attività professionale perché non c’è bisogno neanche di Partita Iva.

Se al Senato non vi saranno profondi cambiamenti, la Presidenza Nazionale di CNA Alimentare ritiene che questo testo di legge sarà oggetto di una enorme concorrenza sleale nei confronti della ristorazione e degli agriturismi. In realtà è difficile improvvisarsi ristoratore, tenendo presente che le imprese del settore alimentare (compresa la ristorazione) devono rispondere a circa 70 adempimenti di natura fiscale, amministrativa, ambientale, di sicurezza e di igiene alimentare, con ben 15 autorità preposte al controllo e ricollegabili ai Ministeri della Salute, Politiche Agricole, Economia e Sviluppo Economico.

Pertanto, secondo CNA Alimentare Nazionale, l’attività di home restaurant non può essere considerata in modo saltuario perché è:
– Un’attività professionale in quanto richiede conoscenze specifiche;
– Un’attività economica dal momento che sono previsti dei corrispettivi e al pari delle altre attività è obbligata all’iscrizione nel Registro delle Imprese.

Deve essere sicuramente tutelata la libertà di svolgere qualsiasi attività economica, ma queste ultime devono comunque essere ricondotte al rispetto delle normative legate alla sicurezza e igiene degli alimenti, in quanto situazioni primarie poste a garanzia dei cittadini e/o consumatori. Al riguardo si precisa anche che:
– Se si svolge un’attività a scopo di lucro si deve trattare necessariamente di un’impresa;
– Se si mette a disposizione del consumatore dei prodotti alimentari, bisogna garantirne la sicurezza;
– Se si somministrano alimenti e bevande bisogna avere la preparazione nonché le strutture idonee per poterlo fare a garanzia dell’igiene alimentare.

Tutto questo nel disegno di legge, presente in allegato, non compare. CNA Alimentare, se non vi saranno radicali modifiche del testo approvato dalla Camera, si dichiara fortemente contraria all’apertura di ogni forma di home restaurant. Restiamo in attesa di ulteriori informazioni relative ad eventuali sviluppi in materia.

Per maggiori informazioni contattare:
Giovanni Flori, Responsabile CNA Alimentare Modena
Tel. 059418563 – Flori@mo.cna.it