Allarme della filiera delle costruzioni dopo il decreto del Governo che interrompe la cessione dei crediti. Incontro in Regione con il Presidente Bonaccini e gli Assessori Colla e Calvano. Roccati, CNA: «Dal Governo serve segnale forte e chiaro per risolvere l’emergenza dei crediti incagliati». Renzi, Confartigianato: «Dobbiamo agire come un sistema, abbiamo bisogno di un fronte comune per ritrovare il buon senso»
Associazioni di impresa e sindacati hanno lanciato insieme un allarme sui «crediti incagliati» legati al Superbonus in un incontro con il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e gli Assessori Vincenzo Colla e Paolo Calvano che hanno espresso pieno sostegno riguardo al perdurare della situazione critica rispetto al Superbonus e all’assenza di una prospettiva risolutiva da parte del Governo. Tredici le sigle intervenute nel sollecitare la Regione verso un segnale forte e chiaro al fine di scongiurare il fallimento di decine di migliaia di imprese. A un mese dell’avvio del tavolo a Palazzo Chigi non si registrano ancora progressi significativi.
Il Decreto-legge del 16 febbraio scorso ha approvato misure urgenti in materia di cessione dei crediti ha comportato il blocco delle operazioni di cessione dei crediti e dello sconto in fattura, ma non si è tenuto in debita considerazione il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi. Secondo le stime del Governo, si tratta di 19 miliardi di euro, già maturati, che se non pagati metterebbero a rischio 90.000 cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie in corso in tutta Italia.
Le Associazioni e i Sindacati edili hanno ribadito che la prima emergenza è quella di sbloccare i crediti incagliati delle imprese sulla base dello stato di avanzamento dei lavori. Così come l’importanza di sollecitare una presa di responsabilità da parte del sistema bancario e delle assicurazioni rispetto la gravità della situazione sul nostro territorio.
Interviene così il Presidente di CNA Costruzioni Emilia-Romagna, Riccardo Roccati “Il problema dei crediti incagliati riguarda decine di migliaia di imprese e coinvolge un numero importantissimo di famiglie. Il Decreto in discussione, se non verrà corretto, determinerà una riduzione degli investimenti privati per una cifra di oltre 50 miliardi di euro. Una brusca frenata che impatterà soprattutto sugli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio, obiettivi che riteniamo importantissimi per la sostenibilità ed il risparmio energetico e che, tra l’altro, ci vengono sollecitati anche da una direttiva della Comunità europea”.
“Quello che vogliamo sottolineare oggi tutti insieme – aggiunge Roccati – è l’urgenza di risolvere l’emergenza dei crediti incagliati perché producono un danno, economico e sociale, a imprese e cittadini che rischia di essere irrecuperabile. Stiamo parlando di imprese e di cittadini che hanno deciso di fare investimenti nel pieno rispetto di una Legge dello stato. La soluzione a questo problema non è più rinviabile”.
Aggiunge il Segretario regionale di Confartigianato, Amilcare Renzi “Le conseguenze dell’improvviso stop alle cessioni del credito con il Decreto del 16 febbraio sta provocando grandi disagi al mondo che rappresentiamo. Oggi ci troviamo in una situazione che mette in estrema difficoltà un comparto che in questi anni ha fortemente contribuito alla ripartenza dei nostri sistemi economici e ad un robusto ritorno alla crescita. Così come non va trascurato il ruolo positivo dei consorzi del settore edile che hanno saputo dare un contributo importante al miglioramento del patrimonio edilizio dei nostri territori. Dobbiamo tornare ad una ragionevolezza dei comportamenti e auspichiamo di essere tutti uniti, parti sociali e Regione, nello spingere la politica verso ad una risoluzione definitiva di questo problema”.
Le Associazioni e i Sindacati regionali CNA, Confartigianato, Ance, Casartigiani, Claai, Agci, Confapi, Confcooperative, Cup, Legacoop, FenealUIL, FilcaCISL, FilleaCGIL sono certe di trovare nella Regione ampia condivisione delle preoccupazioni confidano nell’agire insieme affinché il Governo non sottovaluti il problema, auspicano una rapida soluzione: il tempo è un fattore determinante per evitare pesanti riflessi economici e sociali.
“Su tutta la partita del Superbonus siamo impegnati in prima persona – ha sottolineato il presidente Bonaccini -. Il Governo ha fatto una scelta drastica, fermando tutto dalla sera alla mattina, senza confrontarsi con le parti sociali e i territori, varando provvedimenti raffazzonati che rischiano adesso di bloccare un intero settore e mettere in crisi migliaia di aziende e di posti di lavoro. Un modo di fare incomprensibile e intollerabile. Noi abbiamo voluto incontrarvi subito, perché comprendiamo bene le difficoltà che state vivendo. La mia intenzione è portare quanto prima la discussione in Conferenza delle Regioni, chiedendo la presenza del Governo: siamo di fronte a un tema nazionale, urgente, non più rinviabile”.
Per quanto riguarda la richiesta di ‘intercedere’, come Regione, presso il sistema creditizio, Bonaccini ha spiegato che “non possiamo certo obbligare le banche a intervenire. Però possiamo sicuramente allargare la questione all’Abi, l’Associazione delle banche italiane, membro del Patto per il Lavoro e per il Clima. Vogliamo trovare tutte le iniziative possibili, a tutela delle imprese, dei lavoratori, dei cittadini”.