Il 2015 è stato un anno di svolta per la produzione manifatturiera italiana. Anche se non è ancora disponibile il dato di dicembre (che verrà reso noto solo il 10 febbraio 2016), l’incremento registrato tra gennaio e novembre (+1,1% rispetto allo stesso periodo del 2014) è tale da garantire una chiusura dell’anno finalmente con il segno positivo dopo i risultati assai deludenti accusati nel triennio 2012-2014.

La ripresa complessiva ha beneficiato soprattutto della crescita record nel settore dei mezzi di trasporto (+17,4%) che, oltre a essere la più elevata dall’inizio degli anni duemila, ha stimolato settori appartenenti alla filiera automodellismo tra cui la meccanica (+0,4%), le apparecchiature elettriche (+0,8%), la fabbricazione di gomma, vetro e materie plastiche (+1,1%), i prodotti chimici (+1,0%).

Molto bene anche la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+11,5%) e la farmaceutica (+5,8%).

Purtroppo, però, il quadro fin qui delineato non può considerarsi del tutto positivo. Infatti, il ritorno alla crescita dell’attività produttiva non ha toccato i settori tradizionali del Made in Italy che potrebbero chiudere il 2015 con la produzione in flessione. Tra gennaio e novembre, infatti, contrazioni sono state registrate nei settori delle produzioni del tessile, abbigliamento e pelli (-3,8%), dell’industria del legno e arredo (-0,4%) e, più blandamente, dell’alimentare e delle bevande (-0,6%),

La disomogeneità degli andamenti produttivi tra i settori manifatturieri Made in Italy rappresenta un campanello di allarme che non deve essere trascurato.

Infatti, nonostante la tiepida ripresa dei consumi delle famiglie (+1,0% nei primi nove mesi del 2015), la domanda nazionale per le produzioni dei settori Made in Italy di eccellenza, nei quali è più radicata la presenza di imprese micro e piccole appare insidiata dalla concorrenza a basso costo proveniente dall’estero. Basti dire che tra gennaio e ottobre le importazioni nei comparti tessile, abbigliamento e pelletteria (+5,7%) e legno e arredo (+5,0%) sono aumentate molto più rapidamente rispetto alle esportazioni (aumentate rispettivamente del +0,6% e del +3,1%). Solo nel comparto degli alimentari e bevande il ritmo di espansione delle esportazioni (+6,1%) sopravanza nettamente quello dell’import (+0,4%). Non a caso è il settore tradizionale che, come visto, ha sofferto la diminuzione della produzione meno pronunciata.

produzione_manifatturiera_italiana_2012_2015_600