Oltre 120 imprenditori hanno preso parte all’assemblea della CNA di Modena, nel corso della quale si è parlato del “Modello Emilia”. Questo il titolo dell’ultimo libro di Franco Mosconi, docente di economia politica all’Università di Parma, attorno al quale si è sviluppato il dibattito condotto dal segretario provinciale Francesco Stagi, a cui hanno partecipato, oltre all’autore, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, poi Dario Costantini e Claudio Medici, presidenti rispettivamente di CNA Nazionale e CNA Modena.

Gli ingredienti di questo modello? “Non solo economici – ha sottolineato Franco Mosconi – ma anche sociali, grazie a uno spirito di comunità che va ben oltre le condizioni emergenziali che hanno colpito il territorio negli ultimi anni”. Sostegno all’innovazione, politiche regionali, presenza di una ventina di distretti di filiera, gli altri elementi caratterizzanti l’economia emiliano romagnola.

“Non so se siamo un modello – ha commentato Stefano Bonaccini – certo, se ci definiscono così non ci spiace. A questo successo ha sicuramente contribuito la condivisione delle scelte, scelte fatte e concretizzate grazie a quello strumento tanto originale quanto innovativo che è il Patto per il Clima ed il Lavoro. Il risultato? Un esempio: dato che sappiamo già cosa vogliamo fare, l’utilizzo di oltre il 50% dei fondi europei del periodo 2021-2027 è già stato programmato”.

Non mancano i motivi di preoccupazione. Li ha elencati Claudio Medici, cominciando dalla formazione per continuare alle spese sanitarie e sociali. “Siamo il secondo Paese più vecchio al mondo – ha detto Medici – con 189 anziani ogni 100 bambini che nel 2040 diventeranno 270. In una situazione del genere, come si può tagliare continuamente la spesa? Pensiamo ai continui tagli alla sanità e agli strumenti per far fronte alle spese. Mi riferisco al payback, che rischia di ritorcersi contro il sistema sanitario: chi venderà prodotti o servizi a quest’ultimo sapendo che dopo anni lo Stato potrebbe chiedere la restituzione di parte dei ricavi?”

Un tema ripreso da Dario Costantini, alla sua prima visita a Modena come presidente nazionale dell’Associazione. “Non si riesce davvero a capire perché nessuno, i politici prima di tutto, non si interessino delle piccole imprese, che rappresentano il 98% della nostra economia. Pensiamo ai protocolli anticovid, studiati su misura della grande impresa. E appunto al payback, che potrà essere affrontato dalle grandi imprese, non certo dalle piccole, che finiranno per pagare per paura, magari indebitandosi. Un meccanismo abnorme e incomprensibile. Per non parlare poi dell’energia, che vede le piccole imprese ulteriormente penalizzate sia sul mercato interno, a scapito della grande industria, sia rispetto ai competitori esteri, che l’energia la pagano molto meno. Proprio per contrastare questa evidenza, abbiamo proposto un piano per sostenere l’autoproduzione che farebbe l’interesse delle imprese, a vantaggio dei conti dello Stato e dell’ambiente. Vedremo se la nostra proposta sarà accettata o se, ancora una volta, avremo la dimostrazione che le imprese sono costrette a muoversi in un contesto avverso, se non nemico. E in realtà noi avremmo bisogno di meno pacche sulle spalle e più azioni concrete”.