assunzioni

Il 73% delle piccole e medie imprese prevedono, nei prossimi mesi, di assumere nuovo personale. È il dato più rilevante che emerge dall’indagine a campione realizzata da CNA Modena e Randstad per cercare di capire gli orientamenti delle aziende del territorio rispetto all’occupazione. Da questa ricerca emergono numeri che confermano l’elevata richiesta di personale da parte delle piccole medie imprese modenesi, in particolare della meccanica, che assorbirebbe da sola il 34% delle potenziali nuove assunzioni.

Assunzioni, peraltro, quasi tutte qualitativamente importanti: tre nuovi ingressi su quattro, infatti, hanno come motivazione la crescita aziendale, tant’è vero che la percentuale dei contratti a tempo indeterminato offerti arriva al 71%.

Malgrado questi bisogni, però, solo il 42,3% degli intervistati dichiara di avere disponibilità e caratteristiche (a cominciare dai locali), per ospitare progetti formativi strutturati. Ancora più basse le percentuali delle imprese disposte all’inserimento di personale italiano non proveniente dal territorio attraverso specifici progetti di mobilità (34,6%), così come di lavoratori stranieri (36,5%). Ed ancora più bassa (11,5%) la percentuale delle aziende disposte a contrattualizzare anche l’alloggio, anche se la mancanza di appartamenti incide in modo abbastanza pesante sulla disponibilità di lavoratori.

Ma come fanno le piccole e medie imprese ad individuare il personale da assumere? La parte del leone la fa ancora il passaparola, visto che questo è il metodo principale nel 53,8% dei casi. Al secondo posto, come sistema di selezione, ci sono le autocandidature (19,2%), poi le agenzie di lavoro (13,5%), mentre molto più limitato è il ricorso ad annunci commerciali o ai centri per l’impiego.

“Sono numeri che consentono alcune considerazioni- sottolinea Claudia Zagni, responsabile del dipartimento del lavoro di CNA Modena – Innanzitutto, sono confermati i bisogni occupazionali delle piccole e medie imprese, ma anche l’attenzione di queste ultime al lavoro buono. Del resto, stiamo parlando di aziende che hanno risorse di tempo e di spazi limitati: si tratta di imprenditori che, dopo aver profuso energie nella formazione dei propri dipendenti, hanno tutto l’interesse, a cominciare appunto dalla tipologia dei contratti, a non perdere il personale specializzato”.

“Poi c’è tutta la questione del rapporto con la scuola – conclude Zagni – con la quale le imprese hanno tutto l’interesse ad instaurare, come peraltro stiamo facendo a Modena, rapporti di collaborazione, anche se riteniamo che da questo punto di vista possa essere fatto un salto in avanti. In questo ambito crediamo che sia sì importante parlare con studentesse, studenti e con le loro famiglie, ma riteniamo decisivo confrontarci anche con gli insegnanti, perché sono coloro che meglio di chiunque altro possono orientare le scelte scolastiche e professionali di ragazze ed i ragazzi. Per questo è necessario un dialogo continuo imprenditori-docenti”.

“Come Randstad siamo attivi a Modena e dintorni da oltre vent’anni, – commenta Simona Grandi, Area Manager Randstad – conosciamo bene le organizzazioni ma soprattutto le persone che sono alla ricerca di nuove opportunità di lavoro e i giovani che devono muovere i primi passi alla ricerca di un impiego. Grazie a questa indagine condotta insieme a CNA Modena siamo in grado di comprendere meglio i fabbisogni occupazionali ma soprattutto di elaborare un’offerta di servizi in linea con le aspettative delle aziende del territorio per guidarle verso i cambiamenti che la società sta vivendo”.