Con l’avvio della cosiddetta “fase 2”, l’Istituto Superiore di Sanità ha aggiornato il Rapporto, già pubblicato lo scorso 21 aprile, per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione da COVID-19. In particolare, il documento contiene una serie di consigli, azioni e raccomandazioni generali per il mantenimento di una buona qualità dell’aria indoor negli ambienti di lavoro, soprattutto per quanto riguarda l’attività degli impiantisti. La premessa è che la qualità dell’aria ha un’importante influenza oltre che sulla nostra salute anche sulla nostra produttività, capacità di concentrazione e tempi di reazione. Quindi, tenendo sempre ben presente la fase dell’anno in cui ci troviamo e il contesto emergenziale in cui ci muoviamo, la priorità sarà quella di garantire un buon ricambio dell’aria negli ambienti, sia con modi naturali sia con mezzi meccanici, in modo da apportare dall’esterno all’interno aria “fresca più pulita” ed evitare l’esposizione alla trasmissione di agenti patogeni tra i lavoratori.

Abbiamo schematizzato le indicazioni per gli impiantisti per il mantenimento di una buona qualità dell’aria contenute nel documento dell’ISS in base alla tipologia di impianto/apparecchio utilizzato nell’ambienti di lavoro.

IMPIANTI DI VENTILAZIONE (UTA o VMC)

Per gli impianti di ventilazione (UTA o VMC) che movimentano aria esterna attraverso motori/ventilatori e la distribuiscono negli edifici attraverso condotti e griglie/diffusori posizionati a soffitto, sulle pareti o a pavimento, è necessario, laddove i carichi termici lo consentano, mantenere attivi l’ingresso e l’estrazione dell’aria 24 ore su 24, possibilmente con un decremento dei tassi di ventilazione nelle ore di non utilizzo dell’edificio. Viene consigliato in questa fase di eliminare, ove è possibile, la funzione di ricircolo dell’aria per evitare l’eventuale trasporto di agenti patogeni nell’aria (batteri, virus, ecc.). Il protocollo dell’ISS riconosce, rispetto alla versione precedente dello stesso documento, che molti impianti sono stati progettati con il ricorso ad una quota di ricircolo dell’aria, per una questione di riduzione di consumi energetici dell’impianto; tuttavia si sottolinea come sia necessario, in un simile contesto, aumentare in modo controllato l’aria primaria. Quindi, laddove non è possibile disattivare tale quota di ricircolo per limitate specifiche di funzionamento, si consiglia di far funzionare l’impianto adattando e rimodulando correttamente la quantità di aria primaria necessaria a tali scopi e riducendo la quota di aria di ricircolo. In tali situazioni è possibile aumentare il livello di ricambio dell’aria aprendo più spesso finestre e balconi anche solo per pochi minuti.
Particolare attenzione alla manutenzione di impianti UTA o VMC, per i quali è necessario acquisire tutte le informazioni sul loro corretto funzionamento: controllo dell’efficienza di funzionamento, perdite di carico, verifica del registro di conduzione, quota di ricircolo aria, tipo di pacco filtrante installato, interventi programmati ecc. Il protocollo consiglia l’impiego di pacchi filtranti più efficienti come quelli marcati UNI EN ISO 16890:2017:F7-F9.

 

IMPIANTI DI RISCALDAMENTO/RAFFRESCAMENTO CON APPARECCHI TERMINALI LOCALI

In edifici con impianti di riscaldamento/raffrescamento con apparecchi terminali locali (es. unità interne tipo fancoil), consigliabile mantenere in funzione l’impianto in modo continuo a prescindere dal numero di lavoratori presenti in ogni ambiente o stanza, mantenendo chiusi gli accessi (porte). È auspicabile un decremento del livello di ventilazione nelle ore non utilizzo dell’edificio (es. nelle ore notturne). Si raccomanda di verificare che nelle vicinanze delle prese e griglie di ventilazione dei terminali non siano presenti tendaggi, oggetti e piante che possano interferire con il corretto funzionamento. Pulizia periodica da programmare ogni quattro settimane, con particolare attenzione ai filtri dell’aria di ricircolo del ventilconvettore, al controllo della batteria di scambio termico e alla bacinelle di raccolta della condensa che possono contribuire a rendere più sicuri gli edifici riducendo la trasmissione delle malattie che si propagano attraverso l’aria.

 

PICCOLI IMPIANTI AUTONOMI FISSI

In singoli ambienti o locali dotati di piccoli impianti autonomi fissi (es. climatizzatori a pompe di calore split o climatizzatori aria-acqua), pulizia regolare del filtro d’aria di ricircolo per mantenere livelli di filtrazione/rimozione adeguati.

 

VENTILATORI

Ventilatori a soffitto o portatili a pavimento o da tavolo che comportano un significativo movimento d’aria. Il loro utilizzo non è consigliabile in ambienti con la presenza di più persone. Ad ogni modo, è necessario far si che i ventilatori siano posizionati ad una certa distanza e mai indirizzati direttamente sulle persone.

 

LOCALI SENZA FINESTRE DOTATI DI VENTILATORI/ESTRATTORI

Nei locali senza finestre dotati di ventilatori/estrattori (es. archivi, spogliatoi, servizi igienici, ecc.), è opportuno che siano mantenuti in funzione per l’intero orario di lavoro per ridurre le concentrazioni nell’aria di elementi nocivi.

 

PULIZIA DEGLI IMPIANTI

Gli impiantisti svolgono un ruolo fondamentale per il mantenimento di una buona qualità dell’aria. La pulizia di un impianto deve essere effettuata in base alle indicazioni fornite dal produttore e ad impianto fermo. La periodicità di pulizia dei filtri deve tener conto del reale funzionamento del climatizzatore, delle condizioni climatiche e microclimatiche e dell’attività svolta nel locale e del numero di persone presenti; in linea di massima, è consigliabile effettuare una pulizia ogni quattro settimane. Viene ricordato nel protocollo come la polvere catturata dai filtri rappresenti un ambiente favorevole alla proliferazione di batteri, funghi e agenti biologici quali batteri e virus.
In generale, si sconsiglia di utilizzare e spruzzare prodotti per la pulizia, detergenti/disinfettanti spray, direttamente sul filtro per non inalare sostanze inquinanti (COV, composti organici volatili) durante il funzionamento. Le prese e le griglie di ventilazione vanno puliti con panni puliti in microfibra inumiditi con acqua e con i comuni saponi, oppure con una soluzione di alcool etilico con una percentuale minima del 70% v/v asciugando successivamente.

Al di là delle operazioni di manutenzione/pulizia, è sempre consigliabile al cliente far aprire regolarmente finestre e balconi, ove possibile e in sicurezza, per aumentare il ricambio e la diluzione degli inquinanti specifici (es. COV, PM10), della CO2, degli odori, dell’umidità e del bioaerosol che può trasportare batteri, virus, allergeni, funghi filamentosi (muffe) accumulate nell’aria ricircolata dall’impianto.

Allegato:
Rapporto ISS ambienti indoor

Per maggiori informazioni:
Adelio Moscariello, responsabile CNA Installazione e Impianti – tel. 059 418571 – moscariello@mo.cna.it