Un modello economico nel quale le risorse vengono utilizzate all’insegna di criteri sostenibili sotto il profilo ambientale, mantenendo quanto più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse e riducendo al minimo la produzione dei rifiuti.
È quanto prefigura il nuovo Pacchetto sull’economia circolare presentato dalla Commissione Europea e oggetto della consultazione pubblica promossa dalla Commissione Ambiente del Senato. I risultati della consultazione sono stati presentati nei giorni scorsi dal Presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama, sen. Giuseppe Marinello.
IL NUOVO PACCHETTO PROPOSTO DA BRUXELLES
Il 2 dicembre scorso, la Commissione europea ha presentato il nuovo pacchetto sull’economia circolare, dopo che nel febbraio 2015 aveva provveduto al ritiro del primo pacchetto presentato nel luglio 2014. Rispetto a quest’ultimo, le nuove misure in materia propongono un approccio integrato che va oltre il focus sui rifiuti, includendo azioni per promuovere l’economia circolare in ogni fase della catena del valore, dalla produzione alla riparazione ai prodotti secondari, coinvolgendo tutti gli attori, sia dal lato della produzione che del consumo.
Oltre a fissare obiettivi comuni in materia di riduzione dei rifiuti entro il 2030 (tra i quali, il 65% per il riciclaggio dei rifiuti urbani; il 75% per il riciclaggio dei rifiuti di imballaggio; il 10% per il collocamento in discarica per tutti i rifiuti), la Commissione propone azioni specifiche per alcune aree identificate come prioritarie: plastica, rifiuti alimentari,materie prime critiche, costruzione e demolizioni, biomassa e prodotti bio-based. Inoltre fornisce un’armonizzazione delle definizioni, sopprime e semplifica alcuni obblighi di comunicazione e introduce metodi unificati di calcolo per determinare il raggiungimento degli obiettivi.
In estrema sintesi, il pacchetto:
- pone l’accento sul riutilizzo e sul riciclaggio dei prodotti;
- definisce obiettivi specifici anche a seconda delle tipologie di materiali;
- procede all’armonizzazione delle definizioni in materia;
- procede alla soppressione e alla semplificazione degli obblighi di comunicazione previsti;
- introduce metodi unificati di calcolo per determinare il raggiungimento degli obiettivi.
I RISULTATI DELLA CONSULTAZIONE
I soggetti che hanno risposto alla consultazione, rispondendo al questionario online e inviando le proprie osservazioni sul Pacchetto “economia circolare”, sono Università, centri studi, consorzi, federazioni di categoria, associazioni di consumatori e imprese private.
Dal dossier pubblicato emerge che le risposte pervenute segnalano i seguenti profili di criticità:
- attenzione non adeguata al tema della raccolta differenziata, che non viene resa obbligatoria;
- esigenza di maggiore chiarezza nelle definizioni, con particolare riferimento a quelle di “rifiuti urbani”, “sottoprodotti” ed “end of waste”;
- necessità di maggiore chiarezza, in relazione ai profili attuativi, sul ruolo dei soggetti coinvolti nell’economia circolare, soprattutto in relazione alla responsabilità estesa del produttore e ai costi di gestione.
Inoltre, con riferimento ai profili applicativi delle proposte del pacchetto, sono state evidenziate le seguenti criticità:
- mancanza di sistemi adeguati di gestione dei rifiuti;
- scarsa operatività del Sistri;
- carente applicazione della normativa vigente;
- assenza di indirizzi chiari per l’azione degli operatori di settore;
- obsolescenza di alcune disposizioni;
- limitazione della raccolta differenziata a cinque categorie di rifiuti, con risultati non omogenei a livello territoriale;
- scarsa chiarezza del quadro informativo, tale da ingenerare difficoltà per i cittadini nella gestione dei rifiuti.
Con riferimento al pacchetto nel suo complesso sono state segnalate le seguenti possibili integrazioni:
- inserimento a livello europeo dell’obiettivo di incremento del 30% nell’efficienza dell’uso delle risorse al 2030;
- inserimento nei cd.” semestri europei” di indicatori sul consumo delle risorse;
- obiettivi legalmente vincolanti di riduzione nella produzione dei rifiuti urbani, commerciali, industriali e alimentari;
- divieto di conferimento in discarica entro il 2030;
- divieto di incenerimento entro il 2020, salvo che per rifiuti non riciclabili e non biodegradabili.