“Un altro aggravio burocratico complica la vita delle imprese: la nuova procedura di comunicazione delle dimissioni e della risoluzione consensuale”. Lo si legge in un comunicato stampa della CNA.

“La norma in questione – prosegue la nota – prevede una complessa procedura telematica di comunicazione che il lavoratore deve porre in essere autonomamente, o attraverso soggetti abilitati come i Patronati, per rendere efficaci le proprie dimissioni. In caso contrario, le dimissioni sono considerate inefficaci e l’impresa finisce in una situazione di incertezza legata alla potenziale prosecuzione del rapporto di lavoro”.

“La sola alternativa – aggiunge il comunicato – sembrerebbe essere quella di ricorrere al licenziamento, il che vuol dire sopportare nuovi costi, non solo quelli amministrativi ma anche quelli determinati dal versamento del contributo Aspi, che possono arrivare fino a 1.500 euro. In data mercoledì 9 marzo 2016 la CNA ha evidenziato le sue ragioni nel corso di un incontro tenuto al Ministero del Lavoro. A fronte della mancata revisione delle procedure di compilazione e di trasmissione della comunicazione, la CNA continuerà a sollecitare le istituzioni a tutti i livelli – conclude la nota – per modificare la norma”.