Digital Services Act

La Commissione europea ha reso nota una prima lista di 19 grandi piattaforme digitali che saranno oggetto di attenzioni particolari riguardo ai nuovi requisiti ed obblighi richiesti dal Digital Services Act (Regolamento UE 2022/2065).

“Da grandi dimensioni derivano grandi responsabilità”, così Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, conclude il comunicato stampa per annunciare che dal 25 agosto un gruppo di 19 società, ma ci si aspetta che molte altre verranno aggiunte all’elenco nei prossimi mesi, che operano nel settore digitale saranno soggette a obblighi stringenti.

Si tratta quindi, del primo elenco di “piattaforme online molto grandi” o “motori di ricerca molto grandi”, ossia con più di 45 milioni di utenti attivi nell’Unione Europea (il 10% della popolazione UE).

Nell’elenco figurano alcune piattaforme del gruppo Alphabet (Google Maps, Google Play, Ricerca Google, Google Shopping, YouTube), ma anche i social di Meta, Amazon Marketplace, LinkedIn, Tik Tok, Twitter, Wikipedia, Bing e varie altre.

Grazie al DSA i cittadini europei e gli stakeholder che operano nell’Unione beneficeranno di un Internet più sicuro. Saranno però necessari, in alcuni casi, dei veri e propri cambi di rotta da parte dei colossi del web, che fino ad ora hanno spesso beneficiato della mancanza di regole specifiche per questo settore rendendolo un “far west digitale” ma che dovranno rispettare obblighi di trasparenza ed affidabilità previste dal DSA.

Con il nuovo Regolamento, approvato lo scorso novembre, potrebbe quindi attuarsi una vera e propria “normalizzazione” dell’Internet.

Bruxelles chiede che gli utenti online abbiano maggiore protezione, specialmente i minori. Tra gli obblighi rileva il sistema di segnalazione dei contenuti illegali e la moderazione degli stessi, ed inoltre:

  • Obbligazioni in materia di gestione dei rischi e risposta alle crisi
  • L’effettuazione di audit esterni e indipendenti e la previsione di una funzione interna di controllo della conformità e responsabilità pubblica
  • Divieto di profilazione scelto dall’utente
  • La condivisione dei dati con le autorità e i ricercatori
  • L’elaborazione di codici di condotta
  • La collaborazione con le autorità sul fronte della risposta alle emergenze

Per chi violerà le regole sono previste multe fino al 6% del fatturato annuo e, in caso di recidiva, il divieto di operare sul territorio europeo.
Si auspica che, alla stregua del GDPR, questo nuovo Regolamento possa creare solide fondamenta per costruire una società digitale più sicura e rispettosa dei diritti fondamentali degli individui.