CNA da tempo ha stigmatizzato il problema della mancata rivalutazione del De minimis, la norma europea in base alla quale un’impresa non può beneficiare di contributi pubblici per più di 200.000 euro nel triennio, lo aveva denunciato da tempo, portandolo all’attenzione della Parlamento Europeo. Un lavoro di sensibilizzazione che ha dato i risultati sperati: al 1° gennaio 2024, infatti, l’importo del De minimis salirà a 300.000 euro.
La norma sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea nei prossimi giorni e consentirà alle aziende di aumentare le possibilità di utilizzo delle risorse legate ai finanziamenti di carattere nazionale, regionale e anche delle Camere di Commercio provinciali, po’ in tutti gli ambiti, dalla competitività all’innovazione, dalla internazionalizzazione alla formazione, sino al credito e all’utilizzo del Fondo Centrale di Garanzia.
“Era da una decina di anni che questo valore, la cui entità era stata progressivamente erosa dall’inflazione, non veniva adeguato. Il nuovo massimale viene opportunamente adeguato e consentirà alle imprese di utilizzare al meglio le opportunità di sviluppo legate, ad esempio, alla sostenibilità e all’innovazione”, sottolinea Francesco Stagi, segretario della CNA di Modena.
Una notizia davvero positiva, insomma, anche perché a erodere il valore reale del De minimis non è stata solo l’inflazione: ha contribuito consistentemente l’ampio ricorso delle banche alla garanzia dello Stato, anche per linee di credito di breve termine e addirittura per i leasing, in modo significativo, limitando di fatto questo plafond a molte imprese.
A questa notizia si aggiunge quella relativa alla decisione della Banca centrale europea di non intervenire sui tassi d’interesse. “Ma è troppo poco – osserva Stagi – Anche in considerazione del taglio alle stime della crescita inflazionistica ora non ci si può attendere che una riduzione dei tassi d’interesse fin dalla prossima riunione del direttorio della Bce, a fine gennaio.