È entrato in vigore il “decreto festività(qui il link alla pagina della Gazzetta Ufficiale) che introduce nuove limitazioni conseguenti alla diffusione della variante Omicron del Covid19.

Tentiamo di seguito di fare un breve riassunto su cosa fare in caso di contatto con un positivo.

La prima precisazione è che non tutti i contatti sono uguali e la sorveglianza sanitaria scatta solo in casi specifici, vale a dire per i cosiddetti contatti ad alto rischio. A questo link del sito del Ministero della Salute si possono verificare quali siano le situazioni in cui ci si possa considerare un contatto stretto, cioè a rischio:

  • nel caso in cui un convivente sia positivo;
  • se si ha avuto un contatto fisico diretto (come una stretta di mano) con un positivo (ma anche se si sono toccati ad esempio i fazzoletti utilizzati da questa persona e si ha quindi avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni);
  • se si è stati più di 15 minuti a distanza ravvicinata con un positivo senza indossare la mascherina;
  • se si è stati nella stessa stanza al chiuso con un positivo senza DPI idonei oppure se si è viaggiato nello stesso mezzo di trasporto (entro due posti in qualsiasi direzione rispetto al caso positivo), in entrambi casi con una permanenza superiore ai 15’. Lo stesso vale per il contatto diretto faccia a faccia: se è durato meno di un quarto d’ora non va considerato come contatti a rischio.

Ogni altra tipologia di contatto è definita a basso rischio e non prevede alcun tipo di regola, vale a dire né la quarantena, né il tampone (a meno che, ovviamente, non si sviluppino sintomi).

In caso di contatto stretto, scattano i protocolli di sorveglianza sanitaria.
Questi prevedono passaggi diversi e tempistiche differenti in base allo stato di vaccinazione. Se si ha avuto un contatto con una persona positiva bisogna mettersi immediatamente in quarantena e avvisare il proprio medico di base che, a sua volta, informerà l’ASL competente alla quale spetterà disporre ufficialmente il periodo di quarantena o di sorveglianza. Bisognerà quindi isolarsi e non sarà possibile avere contatti con altre persone.

La durata della quarantena cambia a seconda che si sia vaccinati oppure no. Per i vaccinati il periodo di quarantena dura 7 giorni: dopo una settimana dal contatto sarà possibile effettuare un test molecolare o rapido e uscire (ovviamente non nel caso risulti positivo) dalla quarantena.

Per i non vaccinati dopo aver avuto un contatto stretto, invece, bisognerà restare in quarantena per 10 giorni (e non 7) prima di poter effettuare un tampone. Solo dopo il 10 giorno di isolamento, se non si presentano sintomi, si potrà effettuare un test e, se negativo, si potrà uscire dalla quarantena.

Vale la pena ricordare che:

  • la quarantena si attua ad una persona sana (contatto stretto) che è stata esposta ad un caso COVID-19, con l’obiettivo di monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi;
  • l’isolamento consiste nel separare quanto più possibile le persone affette da COVID-19 da quelle sane per prevenire la diffusione dell’infezione, durante il periodo di trasmissibilità;
  • la sorveglianza attiva è una misura durante la quale l’operatore di sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza.