Un percorso lungo più di cinquanta anni, che inizia a diventare più concreto nel 1986, quando la Regione Emilia-Romagna in sede di pianificazione regionale (PRIT 1986) elabora un progetto preliminare sul corridoio stradale Cispadano. Da lì un iter progettuale e burocratico che si è trascinato fino ai nostri giorni e che pareva essere arrivato al termine con la pubblicazione, lo scorso 25 luglio, del Decreto di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente a cui è seguita, il 9 settembre, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’estratto del provvedimento relativo al progetto di realizzazione dell’Autostrada Regionale Cispadana dal casello di Reggiolo-Rolo sulla A22 al casello di Ferrara Sud sulla A13.
Il lungo dibattito tra favorevoli e contrari recentemente riacceso dall’interrogazione all’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna lo scorso 5 aprile sta rimettendo in discussione l’intero progetto.
CNA Emilia Romagna non può che esprimersi favorevolmente rispetto gli obiettivi dell’infrastruttura: rivitalizzare economicamente un’area della nostra regione che soffre storicamente per la mancanza di collegamenti rapidi e agevoli e incrementare l’attrattività insediativa delle aree produttive. La Cispadana nei suoi disegni progettuali nasce infatti per favorire il collegamento diretto tra i territori delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara (per la tratta Reggiolo-Ferrara occorrerebbe la metà del tempo) e il completamento del corridoio est-ovest con il mare Adriatico oltre che avere ricadute positive sul traffico nei centri abitati (si stimano 11.000 mezzi pesanti in meno nei centri cittadini)67 chilometri che continuano a fare discutere.
Ma non CNA, le cui posizioni favorevoli sono già state espresse in passato e vengono ribadite oggi anche dai territori più direttamente coinvolti.
Noi non facciamo guerre di religione sul tipo di superstrada o autostrada definita Cispadana – aggiunge Claudio Medici, Presidente territoriale CNA Modena – In altre parole, poco importa che sia un’autostrada a pedaggio o una strada a scorrimento veloce. Noi abbiamo sempre caldeggiato la soluzione più rapida e più opportuna rispetto alla sostenibilità ambientale, finanziaria e temporale di questa vitale infrastruttura. Vorremmo oggi sapere cosa ci dobbiamo attendere e in quali tempi. Certo dispiace constatare che per l’ennesima volta questa strada, agognata da ormai mezzo secolo, subisca un nuovo ritardo.
In tutti questi anni – sostiene Davide Bellotti, Presidente territoriale CNA Ferrara – abbiamo sollecitato, con fermezza e coerenza, la realizzazione della Cispadana ma giunti a questo punto vorremmo avere chiarezza sui tempi.
CNA Reggio Emilia si è sempre schierata a favore di un’arteria di collegamento necessaria in un’ottica di Area Vasta che comprende l’Emilia e la Bassa Lombardia – aggiunge Giorgio Lugli, Presidente territoriale CNA Reggio Emilia – Due territori accomunati da aree produttive importanti, che potrebbero essere ancora più competitive con la realizzazione di un’infrastruttura vitale come la Cispadana, in grado di abbattere i costi logistici che oggi gravano sulle imprese. È tempo di concretizzare un progetto che da troppo tempo subisce ritardi incomprensibili che penalizzano l’economia e le comunità dei territori coinvolti.