Tutti i risparmiatori che sono stati coinvolti nel caso “diamanti” possono ancora agire:

  • nei confronti della banca che ha svolto il ruolo di intermediazione, facendo bene attenzione al termine di prescrizione che è di durata decennale e che decorre dalla scoperta dell’evento (ovvero dalla nota trasmissione di Report del 2016) il quale ad oggi non è ancora prescritto e si può interrompere con una lettera di costituzione in mora o dall’avvio della causa;
  • nei confronti del Fallimento di IDB con la domanda tardiva di insinuazione al passivo fallimentare benché in questo caso entro e non oltre la data del 13.12.2021.

Il caso “diamanti” è esploso nel 2016 dalla trasmissione di Rai3 “Report” andata in onda nell’ottobre del 2016 per poi sfociare nel procedimento dinanzi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Malgrado da allora siano già passati cinque anni è ancora possibile per i risparmiatori coinvolti ottenere il risarcimento del danno derivante dall’iniquo investimento, agendo sia nei confronti delle banche che nei confronti delle società che hanno venduto i diamanti.

L’istruttoria effettuata dall’AGCM ha dimostrato come il valore di mercato dei diamanti risultava di gran lunga inferiore rispetto al prezzo pagato e che il consenso dei consumatori/acquirenti è risultato acquisito sulla base di una falsa rappresentazione della realtà e su informazioni omesse ed ingannevoli. L’AGCM con decisione del 31/10/17 ha comminato sanzioni per 15,35 milioni di euro alle due principali società che si erano occupate della commercializzazione dei diamanti da investimento ed a quattro banche per avere svolto il ruolo di intermediarie per aver attuato pratiche commerciali scorrette ed ingannevoli. Il TAR Lazio con due Sentenze depositate in data 14/11/18 ha confermato i provvedimenti emessi dall’AGCM ritenendo violati i diritti dei consumatori. Con Sentenza n. 43/2019 del 15/01/19 il Tribunale di Milano, Sezione II civile Fallimentare, ha dichiarato il fallimento di Intermarket Diamond Business S.p.A. A cadere nella rete dell’investimento sono stati migliaia di correntisti fidelizzati presso le banche da rapporti consolidati e di durata di conto corrente, in realtà piccoli risparmiatori, soprattutto pensionati.

Confconsumatori sede di Modena ha svolto e sta svolgendo un ruolo determinante nella vicenda assistendo i propri consumatori in una battaglia rivelatasi sin dall’origine ardua ma non irrisolvibile a fronte delle vittorie ottenute in sede giudiziale, oltre che nel supporto fornito per quanti decidono di fermarsi alla fase stragiudiziale. Ad oggi, la giustizia in primo grado, e nella specie il Tribunale di Modena ha espresso un orientamento favorevole ai consumatori riconoscendo in loro favore il risarcimento del danno corrispondente alla differenza tra il capitale investito ed il valore effettivo dei diamanti, oltre interessi e rimborso di compensi legali e spese, qualificando il ruolo delle banche di intermediazione e la loro responsabilità di natura contrattuale per la violazione degli obblighi di buona fede.

Non solo anche in grado di appello, è del 27.10.2021 la notizia della Sentenza emessa dalla Corte di Appello di Venezia che ha confermato la Sentenza emessa dal Tribunale di Verona, che aveva condannato la banca coinvolta a risarcire un consumatore/correntista che aveva acquistato diamanti da investimento. La Corte di Appello di Venezia ha confermato la responsabilità della banca in quanto tenuta a conformare la propria condotta in modo tale da non ledere l’affidamento legittimamente riposto dal proprio cliente nella serietà e trasparenza della stessa e quindi condannato la banca a versare la differenza tra il capitale investito ed il valore delle pietre, oltre agli interessi e le spese legali. Oltre a ciò, Confconsumatori di Modena assiste i propri associati anche nella  procedura di restituzione dei diamanti custoditi nel caveau milanese della IDB S.P.A.

Si invitano i risparmiatori interessati a contattare la sede di Confconsumatori Modena
Tel. 059.7476776 | consumatorimo@gmail.com