Il decreto Correttivo della riforma degli appalti è arrivato al traguardo della Gazzetta Ufficiale nella serata di venerdì 5 maggio. Il testo del Correttivo, che ha preso il numero 56/2017, conta 131 articoli e produce ben 441 modifiche al nuovo codice degli appalti (D.lgs 50/2016) varato solo un anno fa.

Stazioni appaltanti e imprese avranno due settimane per studiare l’elenco delle modifiche apportate. Le novità diventeranno operative dal 20 maggio e dunque si applicheranno ai bandi pubblicati dopo questa data. L’altra data di rilievo è quella relativa alla “sanatoria” dei vecchi progetti definitivi messi in fuori gioco dall’entrata in vigore repentina del divieto di appalto integrato. Le stazioni appaltanti che hanno tenuto nei propri cassetti un progetto approvato prima del 19 aprile 2016, senza aver avuto modo di svilupparlo fino allo stadio esecutivo, potranno metterlo in gara senza violare il nuovo paletto fino al 20 maggio 2018. Il decreto stabilisce infatti che il divieto di appalto integrato non si applica per le opere i cui progetti definitivi risultino definitivamente approvati dall’organo competente alla data del 19 aprile 2016, con pubblicazione del bando entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione: il che significa che il termine scade il 20 maggio 2018.

Confermata anche la cancellazione del potere di «raccomandazione vincolante» dell’ANAC nei confronti delle amministrazioni colte in fallo nella gestione di una gara d’appalto. La norma cancellata – hanno preannunciato Stefano Esposito e Raffaella Mariani, i due relatori che hanno seguito tutta la partita della riforma appalti in Parlamento – sarà ripristinata nella forma che aveva prima dell’abrogazione, senza modifiche. Pertanto in sede di conversione della manovra alla Camera, all’ANAC sarà restituito il potere di “raccomandazione vincolante”.

In allegato le principali novità e il D.Lgs.