Con il confronto di ieri (giovedì 8 febbraio) con Stefano Vaccari, candidato al Senato per il Pd, CNA ha iniziato una serie di incontri per illustrare alle principali forze politiche le proprie richieste in vista delle elezioni politiche del 4 marzo.
Mercoledì prossimo, 15 febbraio, infatti, il presidente di CNA Claudio Medici ed il segretario Alberto Papotti incontreranno poi Vittorio Ferraresi, del Movimento 5 Stelle, mentre nei giorni successivi sarà la volta delle altre forze politiche.
“Le nostre richieste – sottolinea Medici – partono da una considerazione: che le piccole imprese rappresentano il 99,4% dell’imprenditoria italiana e oltre la metà del nostro export. Crediamo che sia venuto il momento di individuare azioni politiche che aiutino queste ultime a crescere e a generarsi, non per interesse corporativistico, ma perché le Pmi rappresentano l’anima delle nostre comunità e del Made in Italy”.
“Il nostro documento – continua Papotti – non è fatto da centinaia di pagine. Pochi punti, una decina, essenziali per dare equità al sistema fiscale, per abbattere la burocrazia, solo per fare un paio di esempi”.
Dal punto di vista fiscale, per cominciare, secondo CNA è imprescindibile introdurre la completa deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali e dare immediata applicazione dell’Iri, l’imposta sul reddito imprenditoriale che favorirebbe la crescita e il consolidamento patrimoniale delle imprese. “Poi c’è la vicenda del costo dell’energia, che vede le imprese penalizzate, in particolare quelle più piccole, che pagano oneri di gestione della rete non coerenti con i volumi di consumo”, continua Papotti.
Ancora, la burocrazia, che costa alle imprese, in termini di incertezze e adempimenti 22 miliardi all’anno, deve essere letteralmente abbattuta riducendo lo stock normativo attualmente in vigore. Poi c’è la vicenda appalti, che la riforma non ha ancora risolto, in termini di accessibilità e trasparenza. “Occorre – dice Medici – dare operatività alla discrezionalità delle stazioni appaltanti per dare reale attuazione alla suddivisioni in lotti delle commesse valorizzando così le imprese del territorio”.
Quindi le proposte per dare impulso alla domanda interna. Innanzitutto la stabilizzazione del bonus per l’efficientamento energetico (all’edilizia civile è associabile il 40% dei consumi energetici) e la possibilità di cessione dei crediti d’imposta alle banche, un provvedimento che, senza alcun costo per lo Stato, è in grado di generare lavoro per due miliardi di euro. Anche sulla messa in sicurezza del patrimonio edilizio CNA ha una sua proposta: in Italia sono circa 20 milioni gli edifici realizzati al di fuori della normativa antisismica. L’introduzione di un “fascicolo del fabbricato” potrebbe essere utile per passare da una logica di gestione delle emergenze alla prevenzione, meno costosa e più intelligente.
Infine i temi locali di interesse nazionale. “Modena contribuisce per quasi il 3% all’export nazionale, tanto per dare un dato. Eppure è tra le province a più alto tasso di criminalità, eppure per dotazione di infrastrutture stradali e ferroviarie è al di sotto della media nazionale. E’ necessario dar corso al più preso a interventi in questo senso: una dotazione di maggiori risorse in termini di forze dell’ordine e la cantierizzazione di Cispadana e bretella Modena-Sassuolo, per fare tre esempi.
“Queste proposte saranno trasmesse, oltre che alle forze politiche, anche agli associati e diffuse sui nostri canali social, perché è sull’accoglimento di queste ultime che gli imprenditori potranno scegliere chi votare.

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