Si apre con il segno meno il 2016 delle imprese manifatturiere modenesi con meno di 50 dipendenti. Il calo è dell’1,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un dato negativo di per sé non drammatico, a fronte della tenuta di altri parametri (il fatturato, ad esempio, cresce del 3,6% e anche l’occupazione tiene: +0,3%). Certo è che questa flessione testimonia la precarietà che sta caratterizzando questa fase economica. Da sottolineare anche l’andamento contrastante degli ordini, -14,9% per quelli nazionali, + 8,7% per quelli esteri. La dinamicità del mercato d’oltralpe non stupisce, visto che l’export si attesta al 26% del fatturato totale.

Le considerazioni di CNA Modena

“Non c’è molto da dire rispetto ai numeri dell’indagine – commenta il presidente di CNA Modena Umberto Venturi – Variazioni così limitate significa situazione stazionaria e situazione stazionaria, in campo economico, ha di per sé un’accezione negativa, soprattutto per i più piccoli. Se ad una situazione di mercati fermi come quella descritta, si aggiunge il fatto che negli ultimi cinque anni il credito alle imprese si sia ridotto di 112 miliardi (-11,%, ma -20% nel settore artigiano), non deve stupire che a Modena ogni anno chiudano 400 imprese artigianali”.
Serve, ad avviso di CNA, una cura straordinaria per il sostegno all’economia dei piccoli. “Ad esempio – continua Venturi – è necessario incentivare gli investimenti nel capitale di rischio delle piccole imprese, ad esempio detassando i rendimenti di questi ultimi”.
Senza dimenticare le questione fiscali: “Quest’anno le pmi modenesi lavoreranno sino al 5 agosto per far fronte ad una tassazione complessiva che sfiora il 60%, mentre in Europa questa percentuale rimane attorno al 40%. Con una pressione fiscale così elevata come si può pensare che le piccole imprese possano investire in beni strumentali e capitale umano con la determinazione che sarebbe necessaria?”

Tutti i dettagli nel comunicato stampa in allegato.