“Non è solo una questione di se, ma anche di quando: gli autotrasportatori hanno bisogno di certezze nell’erogazione delle risorse a loro assegnate”. Così Franco Casadei, presidente di CNA Fita Modena, interviene rispetto alla situazione degli autotrasportatori, imprigionati nella morsa della concorrenza sleale esercitata da operatori soprattutto stranieri – situazione che mette fuori mercato gli operatori che investono nella sicurezza – e di una pressione fiscale che gioca in anticipo quando c’è da incassare, mentre è in allarmante ritardo sul fronte dei contributi stanziati, ma non erogati.

“Non basta – continua Casadei – che il Governo manifesti la volontà di fare il punto della situazione con le associazioni di trasporto. Servono interventi concreti. Un esempio? Siamo ad aprile e la maggior parte dei provvedimenti relativi all’autotrasporto inseriti nella Legge di Stabilità 2016 sono privi dei provvedimenti attuativi. In questo modo le già esigue risorse destinate al settore non sono spendibili, mettendo così a rischio chiusura le imprese più esposte finanziariamente”. Da questo punto di vista non è certo incoraggiante l’esperienza del 2015 relativa alle deduzione forfettarie, attorno alle quali si sviluppò un preoccupante balletto delle cifre, costringendo le imprese, a bilanci già chiusi, ad arrivare fino ai primi di agosto senza sapere come si sarebbe conclusa una vicenda che in Emilia Romagna interessa un migliaio di cosiddetti “padroncini”.

In particolare, oggi mancano i provvedimenti per le spese non documentate e per sbloccare gli investimenti in mezzi ecologici di nuova generazione. “Chiediamo alle istituzioni interessate, in primo luogo il Ministero dei Trasporti, di definire rapidamente il quadro normativo e di sbloccare le risorse concordate con il patto di novembre 2015”.
“Abbiamo, insomma, bisogno di maggiori certezze sulle risorse e di una moderna ridefinizione del quadro normativo, in un’ottica semplificatrice, tesa a recuperare efficienza, abbattendo, nel contempo, costi inutili per le imprese”.

A tutto ciò si aggiunge la situazione congiunturale, a cominciare da quella del ventilato blocco della frontiera del Brennero. “L’annunciata chiusura austriaca della frontiera del Brennero – sottolinea Casadei – comporterà un rallentamento del traffico e un aumento dei costi a carico degli autotrasportatori. Un’ora di fermo costa circa 60 euro”. A tutto questo si aggiunge l’ormai cronica situazione della committenza straniera nella filiera dell’autotrasporto, dentro alla quale si nascondono pericolose sacche di illegalità, oltre alla concorrenza sleale. «Ci preoccupa molto la concorrenza sleale da parte di operatori che, trasgredendo la legge sul territorio nazionale, offrono servizi a prezzi molto bassi. Un fenomeno che si è aggravato con la crisi e con la riduzione delle commesse – spiega Casadei – Soprattutto competitor dell’Est Europeo effettuano trasporti internazionali anche sul territorio italiano. Spesso, infatti, questi soggetti si fermano in Italia più a lungo di quanto consentirebbe la legge, mettendo fuori mercato gli operatori italiani. Chiederemo alle forze dell’ordine più severità nei controlli”.