Il decreto 23 dicembre 2015, pubblicato in GU n. 302 del 30 dicembre 2015 e sottoscritto dal Ministero dell’Interno, dell’Economia e Finanze e per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, definisce le procedure di emissione, di gestione infrastrutturale, produzione e supporto della carta di identità elettronica in formato carta di credito con chip e banda magnetica.

In particolare, il decreto prevede che la richiesta del documento vada presentata al Comune di residenza o dimora o al Consolato se si è all’estero, in caso di primo rilascio, di smarrimento o furto della carta di identità, di deterioramento o di scadenza della stessa.

Una volta avvenuta l’identificazione del richiedente, il Comune potrà procedere all’acquisizione dei dati del richiedente e al rilascio del documento. Tra i dati da acquisire rientrano quelli biometrici primari e secondari, la firma autografa, l’autorizzazione o meno all’espatrio, l’indirizzo di consegna e, come facoltativo, il consenso alla donazione degli organi.

Per quanto riguarda i dati biometrici primari, cioè l’immagine del volto, il suo processo di acquisizione in formato digitale è definito dalle raccomandazioni e norme tecniche (ICAO, Machine Readable Travel Documents, Doc 9303 Part 3 e ISO/IEC 1974-5:2005, Biometric Data Interchange Formats – part 5). A tal fine, il Comune dovrà acquisire l’immagine del volto a partire da una fotografia cartacea digitalizzata a mezzo scansione elettronica o da un’immagine digitale, che successivamente verrà elaborata per consentirne la stampa sul fronte della CIE e la memorizzazione all’interno del microprocessore RF in essa contenuto.

Potranno rilasciare le nuove carte di identità elettroniche i Comuni che hanno già emesso CIE ai sensi del DL 7/2015, mentre per i restanti comuni è in corso da parte del Ministero dell’Interno, la definizione di una guideline per il graduale processo di abilitazione su tutto il territorio nazionale.

Da una prima lettura le misure introdotte dal DM relative ai dati biometrici, sono frutto di una unica ed intensa attività svolta dall’Unione (tra le organizzazioni di categoria) in collaborazione con l’Ufficio legislativo CNA, risultano essere positive per la categoria.

Nella definitiva fase di implementazione della nuova carta di identità elettronica, CNA Comunicazione si attiverà per trovare le soluzioni più opportune per difendere e valorizzare il ruolo dei fotografi professionisti nel processo di acquisizione dei dati biometrici.