Definire un assetto di regole per riconoscere l’inquadramento giuridico della figura del toelettatore di animali d’affezione. È quanto prevede la proposta di legge presentata nei giorni scorsi e fortemente sostenuta dalla CNA e dalla Federazione Nazionale Toelettatori, aderente alla Confederazione.

Tra il 33% e il 48% (secondo una recente indagine del Censis) delle famiglie italiane ospita almeno un animale da compagnia. Si tratta in larga prevalenza di pesci (29,9 milioni) e di uccelli (12,9 milioni), ma una presenza molto significativa è costituita dai cani (8,8 milioni) e dai gatti (10,2 milioni), ossia da animali di taglia più grande e portatori di bisogni alimentari e di cura certamente di ordine superiore.
Relativamente a questi ultimi un ruolo sempre più rilevante stanno assumendo quei servizi che pur non essendo riconducibili alle cure veterinarie, sono fondamentali per mantenere gli animali in un buono stato di salute (pulizia pelo, occhi, orecchie, unghie, ecc.). Questo tipo di servizi sono svolti da imprese che hanno raggiunto le 5.059 unità, 121 di queste operanti sul territorio modenese. Il loro numero, negli ultimi anni, è in crescita costante (+11,9% dal 2018 ad oggi), ma certamente è destinato ad aumentare ancora, soprattutto grazie all’interesse crescente per la figura professionale del toelettatore.
Secondo le stime dell’Area Studi e Ricerche CNA, si può ragionevolmente prevedere che questo tipo di servizi abbia davanti a sé un mercato potenziale molto importante. Guardando al solo segmento canino, considerando un trattamento ogni due mesi per almeno la metà dei quasi nove milioni di cani da compagnia presenti nelle case delle famiglie italiane, si può stimare per i prossimi anni un obiettivo di fatturato complessivo di circa 750 milioni di euro. L’impatto sulla crescita delle piccole imprese del settore sarebbe considerevole, ma soprattutto si aprirebbero opportunità occupazionali per almeno 10.000 operatori della toelettatura impiegati nelle aziende già esistenti o in altre ancora da costituire.
“Ciò che nel 2021 appariva con evidenza era la mancanza di un inquadramento professionale chiaro e omogeneo per il settore” dichiara Luisa Burani, responsabile della CNA Modenese di questo tipo di attività – è emerso con maggior vigore durante la pandemia, periodo nel quale gli animali d’affezione hanno svolto un ruolo primario nelle famiglie e nella società. Il loro benessere e la loro igiene dovevano e devono essere messi nelle mani di chi ha i requisiti per farlo con serietà e preparazione”. Oggi la figura del toelettatore non gode di alcun inquadramento giuridico. La mancanza di una legislazione specifica di carattere nazionale ha dato luogo ad una regolamentazione regionale frammentata e differenziazioni territoriali notevoli, sia sotto il profilo delle modalità di svolgimento dell’attività di toelettatura, che della qualificazione professionale di coloro che la esercitano. In questo contesto di forte disomogeneità, la più grande mancanza che il settore avverte è quella legata alla disciplina delle attività di formazione e dei relativi percorsi di qualifica professionale degli operatori e questo è proprio uno dei punti su cui interviene la proposta. La proposta di legge appoggiata da CNA punta a introdurre misure legislative organiche, con l’obiettivo di uniformare ed omogeneizzare diritti e doveri degli operatori che praticano tale attività, potendo adesso fare leva sul recente riconoscimento della tutela degli animali inserita in Costituzione.