Le rimostranze dei residenti del centro verso l’amministrazione comunale, rispetto al controllo del “rumore” prodotto dagli esercizi del centro storico, offrono l’occasione per alcune riflessioni sul tema.

Di certo la questione contrappone le esigenze dei residenti e quello delle imprese, ma, oltre ai disagi, corre l’obbligo di evidenziare anche i vantaggi legati alla presenza di queste imprese. Ad esempio, il presidio (e quindi la sicurezza) del territorio, la maggior attrattiva di un quartiere che sino a qualche anno fa era sicuramente meno valorizzato di quanto non sia oggi. Poi, la dimensione temporale del problema, che riguarda essenzialmente i mesi estivi.

Riteniamo più utile un confronto per la tutela dei reciproci diritti, piuttosto che brandire con fare minaccioso la clava dei ricorsi.

Il Centro Storico, infatti, è un bene collettivo che va difeso con il rispetto delle regole complessive, che non sono legate solo al rumore.

Serve, ad esempio, un maggior presidio per evitare situazioni di degrado e insicurezza non legate alla movida (è il caso delle baby gang). Così come serve, proprio a tutela dei residenti, un controllo sulle autorizzazioni all’utilizzo del suolo pubblico, a partire dalle distanze per il passaggio pedonale in vicoli stretti e sotto i portici.

Di certo non servono le minacce, che determinano solo un irrigidimento delle reciproche posizioni.