“La riforma degli appalti, che è in discussione in Aula alla Camera – ha dichiarato il presidente nazionale di CNA Costruzioni, Rinaldo Incerpi – non va fatta ‘contro’ le micro, le piccole e le medie imprese, che saranno consultate per portare il loro contributo alla realizzazione del nuovo sistema”.

Il testo del DDL è in generale positivo – ha spiegato – perché facilita le condizioni di accesso agli appalti delle PMI, incentivando la suddivisione dei lotti e regolamentando i subappalti. Siamo, inoltre, soddisfatti del superamento della Legge Obiettivo, che assegnava troppo potere al general contractor. Apprezziamo la scelta del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa nei progetti oltre i cinque milioni di valore. E ci piace che, al di sotto di questa soglia, e nei progetti semplici, la stazione appaltante possa affidare il lavoro anche con il criterio del massimo ribasso in presenza di un progetto esecutivo, che difficilmente potrà determinare variazioni in corso d’opera”.

“Va sottolineato – conclude Incerpi – che, per quanto riguarda i lavori pubblici, è stato eliminato l’obbligo per le imprese di applicare il contratto collettivo più favorevole ai dipendenti, anche se non è quello legittimamente sottoscritto dalle parti di riferimento. Chiediamo, però, che quest’obbligo vada eliminato anche per il settore dei servizi. Sollecitiamo Governo e Parlamento, infine, a migliorare il DDL in materia di avvalimento e di sistema di qualificazione delle imprese e a superare la garanzia globale di esecuzione per i lavori pubblici, che non esiste in nessun Paese della UE”.

CNA Costruzioni ha discusso e approfondito questi temi, sabato 24 ottobre a Montecatini Terme, in un incontro con il viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Riccardo Nencini, il capo dipartimento affari legislativi di Palazzo Chigi, Antonella Manzione, e il direttore generale per la regolazione dei contratti pubblici al Mit, Bernardette Vega.

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