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Contatto stretto: cosa fare

È entrato in vigore il “decreto festività(qui il link alla pagina della Gazzetta Ufficiale) che introduce nuove limitazioni conseguenti alla diffusione della variante Omicron del Covid19.

Tentiamo di seguito di fare un breve riassunto su cosa fare in caso di contatto con un positivo.

La prima precisazione è che non tutti i contatti sono uguali e la sorveglianza sanitaria scatta solo in casi specifici, vale a dire per i cosiddetti contatti ad alto rischio. A questo link del sito del Ministero della Salute si possono verificare quali siano le situazioni in cui ci si possa considerare un contatto stretto, cioè a rischio:

Ogni altra tipologia di contatto è definita a basso rischio e non prevede alcun tipo di regola, vale a dire né la quarantena, né il tampone (a meno che, ovviamente, non si sviluppino sintomi).

In caso di contatto stretto, scattano i protocolli di sorveglianza sanitaria.
Questi prevedono passaggi diversi e tempistiche differenti in base allo stato di vaccinazione. Se si ha avuto un contatto con una persona positiva bisogna mettersi immediatamente in quarantena e avvisare il proprio medico di base che, a sua volta, informerà l’ASL competente alla quale spetterà disporre ufficialmente il periodo di quarantena o di sorveglianza. Bisognerà quindi isolarsi e non sarà possibile avere contatti con altre persone.

La durata della quarantena cambia a seconda che si sia vaccinati oppure no. Per i vaccinati il periodo di quarantena dura 7 giorni: dopo una settimana dal contatto sarà possibile effettuare un test molecolare o rapido e uscire (ovviamente non nel caso risulti positivo) dalla quarantena.

Per i non vaccinati dopo aver avuto un contatto stretto, invece, bisognerà restare in quarantena per 10 giorni (e non 7) prima di poter effettuare un tampone. Solo dopo il 10 giorno di isolamento, se non si presentano sintomi, si potrà effettuare un test e, se negativo, si potrà uscire dalla quarantena.

Vale la pena ricordare che:

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