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Bonus edilizi: si cambia ancora, nuova stretta agli incentivi

Bonus edilizi: si cambia ancora, nuova stretta agli incentivi

Il decreto approvato, a sorpresa, dal Consiglio dei ministri rappresenta l’ennesimo durissimo colpo al settore delle costruzioni.

Lo scorso 30 marzo, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è entrato in vigore il decreto-legge 29 marzo 2024 n. 39 che, approvato a sorpresa dal Consiglio dei ministri, rappresenta l’ennesimo durissimo colpo per la filiera delle costruzioni.
Il provvedimento, infatti, interviene ulteriormente sul Superbonus e su quell’insieme di agevolazioni fiscali previste nel settore delle ristrutturazioni edilizie, eliminando la cessione del credito e lo sconto in fattura alle residue casistiche di interventi che ancora potevano utilizzare l’opzione.  Nello specifico, bisogna considerare due date fondamentali: il 30 marzo e il 4 aprile 2024.

Il decreto prevede un regime transitorio, che consente ancora l’applicazione delle precedenti disposizioni normative circa lo sconto in fattura e la cessione del credito (fissate dal DL 11/2023, articolo 2, commi 3-bis e 3-quater) in caso di spese sostenute in relazione a interventi per i quali, prima del 30 marzo 2024:

Viene, inoltre, prevista ulteriore deroga anche alle spese sostenute per interventi effettuati su immobili danneggiati da eventi sismici, verificatisi il 6 aprile 2009 e a partire dal 24 agosto 2016, nei comuni dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Purtroppo la stessa possibilità non è concessa per gli immobili danneggiati dal sisma dell’Emilia del 2012, dove è confermato lo stop a sconto e cessione. Come evidenziato dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Bonaccini, “la mancata deroga al Dl Superbonus andrebbe a penalizzare un numero di cantieri pari al 5% del totale, già autorizzati e finanziati dalla struttura commissariale”.

La seconda da tenere in considerazione è il 4 aprile 2024: entro tale data, infatti, deve essere inviata all’Agenzia delle Entrate la comunicazione di opzioni per lo sconto in fattura o la cessione del credito di imposta relativamente alle spese sostenute nel 2023 (nonché la comunicazione di opzione per la cessione “differita” delle rate residue non ancora fruite a fronte di spese sostenute nel 2020, 2021 e 2022). La comunicazione può essere compilata e inviata utilizzando la procedura web disponibile nell’area riservata del sito internet dell’Agenzia delle Entrate. Dopo l’autenticazione, è possibile accedere alla procedura scegliendo la pagina Servizi, quindi la categoria Agevolazioni ed infine selezionando il link “Comunicazioni opzioni per interventi edilizi e Superbonus”. La comunicazione può anche essere compilata dai soggetti autorizzati utilizzando il software messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate e accessibile al seguente link: Schede – Software di compilazione – Comunicazione opzioni per interventi edilizi e Superbonus – Agenzia delle Entrate (agenziaentrate.gov.it) e poi inviata attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate (Entratel/Fisconline). Nell’ambito delle misure restrittive previste dal decreto, per le comunicazioni delle opzioni di sconto sul corrispettivo e di cessione del credito riferite ai bonus edilizi non è inoltre più possibile avvalersi dell’istituto della “remissione in bonis”, che consentiva di regolarizzare il mancato invio nei termini della comunicazione di esercizio delle opzioni fino al 15 ottobre, con il pagamento di una piccola sanzione.
Sempre lo stesso decreto dispone inoltre che la sostituzione delle comunicazioni di esercizio delle predette opzioni, relative alle spese sostenute nell’anno 2023 e alle cessioni delle rate residue non fruite delle detrazioni riferite alle spese sostenute negli anni dal 2020 al 2022, inviate dal 1° al 4 aprile 2024, è consentita solo entro il 4 aprile 2024.

Quanto illustrato evidenzia l’ennesimo giro di vite e la disordinata exit strategy dal Superbonus che rischia di gettare nuovamente il settore delle costruzioni in una crisi pesante, generando caos e incertezza per le imprese e i committenti. Un grave approccio del Governo, quindi, nei confronti di un comparto che assicura un contributo rilevante all’economia del Paese e che ha avuto un ruolo fondamentale nella ripresa del Paese nel post covid.

La recente approvazione della direttiva europea “case green” richiederebbe, al contrario, un piano strutturato da parte del Governo per far fronte agli obiettivi nel medio-lungo periodo dettati dalla UE come richiesto dalla nostra Associazione.

 

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