Gli strumenti di crescita che un Paese ha a sua disposizione sono principalmente due: da una parte, la crescita del proprio PIL; dall’altra, l’aggancio al treno del PIL crescente di altri Paesi in via di sviluppo. Considerato il quadro attuale entro in cui l’Italia versa, rivolgere lo sguardo verso contesti in via di sviluppo potrebbe quindi rivelarsi la strategia vincente.

In questa prospettiva si rivelano Paesi estremamente interessanti la Turchia e l’Azerbaijan, come sottolineato durante l’incontro seminariale organizzato da Unioncamere Reggio Emilia e Unicredit Banca nella giornata di giovedì 14 Maggio. Turchia e Azerbaijan sono due realtà con tassi di crescita continua, con opportunità diversificate in quasi tutti i settori e amanti del Made in Italy.

La Turchia è l’ottava economia europea, con un tasso di crescita annua intorno al 5%, una forza lavoro qualificata, un sistema bancario ben capitalizzato, regimi fiscali favorevoli, infrastrutture ben sviluppate e investimenti liberalizzati. I settori più promettenti sono quello di automotive, trasporti, immobiliare, finanza, energia e ICT. Nel 2014 il giro d’affari dell’Emilia Romagna con la Turchia ha riguardato quasi 550 milioni di euro di importazioni ed oltre 1 miliardo di euro di esportazioni. Rispetto all’anno precedente le vendite sono calate del 3%, mentre gli acquisti sono aumentati allo stesso ritmo. La Turchia ha di recente assistito ad una svolta storica: dopo 13 anni di potere ininterrotto di Erdogan, che ha pagato i suoi atteggiamenti autoritari, si profila una fase di nuovi equilibri e confini per ora incerti.

L’Azerbaijan è una realtà meno conosciuta ma che presenta buone potenzialità con un tasso di crescita annua che si attesta intorno al 2,8%, una situazione macroeconomica stabile e la presenza di risorse naturali. Il settore petrolifero rimane quello preminente e da cui dipende l’economia, ma ingenti sono gli sforzi del Paese per diversificare le attività economiche al suo interno. Nel 2014 il turnover dell’Emilia Romagna con l’Azerbaijan ha riguardato poco più di 100mila euro di importazioni e circa 91 milioni di euro di esportazioni. Rispetto all’anno precedente le vendite sono aumentate del 22%, mentre gli acquisti sono calati del 33%.

Essenziale è però inserirsi in questi mercati, specialmente in quello turco che è maggiormente approcciato, con prodotti dotati di un certo livello di novità poiché l’innovazione costituisce un valore aggiunto rispetto ai propri concorrenti in quasi tutti gli ambiti di mercato.

Attenzione poi agli aspetti legati alla legislazione dei singoli Paesi, piuttosto che alla contraffazione del marchio o ai sistemi di tassazione.