È allarme tra le imprese per i forti rincari di materiali come le lane e le fibre sintetiche. In difficoltà le aziende a monte della filiera.
Non solo acciaio e microchip, non solo energia elettrica e gas: anche le materie prime utilizzate nel tessile abbigliamento stanno registrando un’impennata dei prezzi. “L’indice sintetico elaborato da Sistema Moda Italia – sottolinea Gloria Trevisani, Presidente di CNA Federmoda Modena – ha rilevato una crescita complessiva dei costi delle materie prime del settore del 35%, ma su alcuni materiali l’aumento è stato addirittura superiore”.
È il caso delle lane (+42%), delle fibre sintetiche come poliestere, nylon e acrilico (+52%) e di prodotti chimici, come l’urea tecnica (+56%) o l’acido acetico glaciale, addirittura triplicato.
Domanda elevata, ma anche le difficoltà di approvvigionamento e i costi della logistica sono alla base di questi rincari.
“Si tratta di un’ulteriore preoccupazione per le imprese del settore – ribadisce Gloria Trevisani – una nuova problematica che cade in un momento di per sé molto complesso. Peraltro, i rincari impattano sul cosiddetto monte della filiera che in questi anni sta affrontando le maggiori difficoltà. Occorre che tutta la filiera sia compatta nell’affrontare questi problemi insieme e i costi dovranno inevitabilmente essere spalmati su tutti gli attori dal monte a valle della nostra produzione, per la tenuta della nostra unicità di Made in Italy”.
“Peraltro – conclude la presidentessa di Federmoda – ci attendiamo che il governo intervenga sugli altri aumenti, a cominciare dall’energia. Alcune misure, come la sterilizzazione dell’iva sugli aumenti, possono essere immediatamente posti in essere”.