Con il via libera definitivo dell’Ecofin (Consiglio Ue dell’Economia e delle Finanze) al PNRR italiano, lo scorso 13 luglio, si definisce in maniera chiara il quadro delle proroghe alle misure del Superbonus, cessione del credito e sconto in fattura che, già definite dalla legge di Bilancio 2021 (commi 66-72) e dal DL n. 59/2021, erano subordinate alla definitiva approvazione da parte del Consiglio dell’Unione Europea.
Queste le principali novità:
- nei condomìni saranno agevolate con il Superbonus le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022, a prescindere dalla quota di lavori realizzati;
- per gli interventi effettuati dalle persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione, su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche, per i quali alla data del 30 giugno 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo, il Superbonus 110% spetta anche per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022.
- per gli ex-Iacp ci sono due scadenze diverse, a seconda della percentuale di lavori ultimati al 30 giugno 2023. Se è stato realizzato meno del 60% dei lavori, il Superbonus spetta per le spese sostenute fino al 30 giugno 2023. Nel caso in cui sia stato ultimato più del 60% dell’intervento complessivo, il Superbonus spetta per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023.
Quadro riepilogativo dell’orizzonte temporale delle misure del Superbonus
Tipologia | Termine per il 60% dei lavori | Scadenza finale |
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Persone fisiche (edifici unifamiliari) | 30/06/2022 | |
Persone fisiche con edifici plurifamiliari da 2 a 4 unità | 30/06/2022 | 31/12/2022 |
Condomini | 31/12/2022 | |
IACP | 30/06/2023 | 31/12/2023 |
Potranno essere utilizzate, per ora, entro il 31 dicembre 2022, la cessione del credito e lo sconto in fattura, le due opzioni alternative alla detrazione previste dall’art. 121 del Decreto Rilancio.
La proroga delle due opzioni è fondamentale per non depotenziare la portata del Superbonus ed evitare che tutti gli incapienti IRPEF siano esclusi dalla possibilità di ottenere il super-incentivo.
Nulla cambia per le misure dell’ecobonus “ordinario”, bonus casa ristrutturazioni e bonus facciate: restano in vigore fino al 31 dicembre 2021 le misure già previste. La loro proroga ed eventuale rimodulazione sarà affrontata, come sempre, in sede di formulazione della prossima legge di Bilancio.
Le proroghe approvate sono senz’altro un primo passo per dare maggiori certezze alla misura. Tuttavia le Associazioni imprenditoriali del settore edilizia, insieme con quelle dei consumatori e con gli Ordini professionali, con un comunicato congiunto dello scorso 14 luglio, chiedono al Governo di avere subito certezze a lungo termine circa la proroga del Superbonus 110%, altrimenti, affermano, “le tempistiche strette creeranno criticità che potrebbero vanificare un ottimo provvedimento che stava iniziando a rilanciare il mercato delle costruzioni in un periodo difficile per l’economia del Paese”.
Si chiede, inoltre, che il Superbonus 110% venga prorogato almeno fino al 31 dicembre 2023 per tutti gli ambiti di applicazione previsti e per tutti i soggetti ammessi alla detrazione, ma con una proroga ufficializzata subito perché “attendere la legge di Bilancio 2022 provocherebbe il blocco del mercato, alimentando una situazione disastrosa per i cantieri e progetti in corso, che potrebbero essere bloccati o mal realizzati”.
“L’impulso al settore delle costruzioni”, spiegano i promotori dell’appello tra cui appunto CNA, ”è inoltre strettamente legato all’opportunità di scontare subito o avere il credito in brevissimo termine”. Per questo si ritiene “indispensabile che si seguano le stesse scadenze anche per l’opportunità della cessione del credito o dello sconto in fattura”.
“Tolta questa possibilità si tornerebbe ai numeri pre-DL34 rilancio, meno incisivi sul mercato e sull’ambiente”, spiegano le Associazioni, “speriamo che questa richiesta possa essere compresa e accettata dal Governo per non vanificare i risultati di un provvedimento che avrebbe potuto incidere davvero positivamente nella nostra economia”. Secondo i firmatari dell’appello, la corsa a rispettare le attuali scadenze ha risvolti profondamente negativi anche per la carenza di materiali con allungamento dei tempi delle forniture e ulteriore aumento dei prezzi che sta già bloccando progetti che non rientrano più nei massimali e nella verifica di congruità.
“Questa situazione è già in atto: oggi, infatti, la scarsità di materiali e materie prime comporta l’attesa di minimo 4 mesi per la fornitura di prodotti e sistemi nonché dei ponteggi e delle opere accessorie. Non va dimenticato che gli interventi potenzialmente coperti dal Superbonus sono sostanziali e richiedono anche tempi mediamente lunghi di progettazione e fattibilità, senza contare che le opere di riqualificazione energetica di involucro vengono normalmente eseguite in periodi non troppo freddi, quindi su 12 mesi ne restano 8”.
“Parimenti”, si aggiunge, “cresce la difficoltà di attivare la cessione del credito o lo sconto in fattura, opportunità fondamentali che devono andare di pari passo con i contratti e che quindi devono avere le stesse scadenze del provvedimento incentivante”.
Secondo le imprese, se si vuole puntare ad una effettiva riduzione dei consumi e delle emissioni, diventa fondamentale intervenire sui condomini e con progetti di rigenerazione urbana, con demolizione e ricostruzione. In entrambi i casi, le attuali scadenze o la proroga annuale non bastano. Per proporre, definire, decidere, deliberare, iniziare e finire un lavoro in edifici plurifamiliari sono necessari più anni e soprattutto certezze. Se non si dovessero finire i lavori entro la data di scadenza potrebbe decadere tutto o buona parte del beneficio.
“Sarebbe fondamentale dare agli attori del mercato e ai cittadini una visione di lungo termine, quanto meno quinquennale, di tutto il quadro incentivante esistente attraverso la redazione della strategia per la riqualificazione energetica degli edifici, come richiesto dalla Direttiva Europea per l’efficienza energetica in Edilizia (EPBD)”, concludono le Associazioni.