“Siamo ovviamente contenti del fatto che le nostre denunce siano servite per alzare l’attenzione sul problema dei crediti fiscali delle imprese dell’edilizia, una sensibilizzazione che trova spazio anche in una mozione presentata dal Pd alla giunta comunale di Modena”. Così Francesco Stagi, segretario della CNA provinciale, commenta l’ennesimo capitolo sulla vicenda dei crediti fiscali accumulati dalle imprese relativamente al 110%.

Il problema, infatti, da economico sta diventando sociale: non riguarda più solo le imprese, ma anche tutti quei condomini i cui lavori sono fermi, con disagi anche gravi, un migliaio nella nostra provincia. E riguarda anche i privati, che in molti casi hanno crediti fiscali superiori alla loro capienza e che quindi non riescono a detrarre le spese sostenute.

L’iniziativa modenese rappresenta un punto di partenza e peraltro non è la sola: questo percorso è iniziato anche a Treviso, poi in Sardegna, Piemonte, Campania, Lazio, Sicilia e Basilicata. Comuni, Provincia e Regione potrebbero acquistare questi crediti compensandoli con gli oneri previdenziali dei propri dipendenti. E non si tratta certo di piccoli numeri: Regione, comuni e Provincia modenese contano circa 42.000 dipendenti, il sistema sanitario emiliano romagnolo 62.000. Stimare in 186 milioni di euro all’anno le risorse che possono essere impiegate a questo scopo non è azzardato. Risorse che potrebbero essere utilizzate per acquistare i crediti per ora fermi nelle banche, che a loro volta dovrebbero poi impegnarsi ad acquistare per lo stesso importo i crediti incagliati presso le imprese.

CNA sta già facendo la propria parte: nel 2022, grazie agli accordi stipulati con alcune banche, l’Associazione ha consentito la smobilizzazione di oltre 41 milioni di crediti fiscali maturati in particolare grazie al superbonus, mentre per il 2023 sta lavorando per raccogliere altre disponibilità.

Sulla base di queste considerazioni invitiamo le amministrazioni ad attivarsi in modo tempestivo per dare concretezza ad una soluzione che non risolve in modo definitivo il problema dei crediti incagliati, ma che però può rappresentare un aiuto ad un sistema, quello del comparto casa, davvero in crisi, aiutando peraltro a concludere i cantieri che in qualche caso condizionano la vita delle nostre comunità.

CNA inoltre rileva che alcune iniziative da parte di enti locali, impegnati ad acquistare crediti fiscali, sono certamente lodevoli e testimoniano la gravità della situazione ma non rappresentano la soluzione. “La dimensione del problema richiede quanto mai urgente l’intervento del Governo quale compratore dei crediti, coinvolgendo CDP attraverso la cartolarizzazione dei crediti. In attesa di questo intervento, l’unico che sarebbe davvero risolutivo, l’intervento delle amministrazioni locali può essere in grado dare ossigeno a tante imprese della filiera e assicurare ai cittadini il completamento dei lavori avviati”, conclude Stagi.