CNA chiede al Governo e a tutte le istituzioni locali attenzione per il mondo dell’Artigianato e delle Piccole Imprese della moda italiana.

Lo abbiamo fatto – commenta Marco Gasparini, imprenditore carpigiano presidente di CNA Federmoda Modena – con una lettera inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Economia e Finanze, al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, per illustrare la situazione del settore e propone una serie di misure e chiedendo inoltre un momento di confronto dedicato al settore.

Abbiamo voluto evidenziare – sottolinea Gasparini – come le misure fin qui introdotte per supportare i diversi settori produttivi in considerazione della situazione economica determinata dall’emergenza sanitaria non abbiano a nostro avviso dedicato la dovuta attenzione a questo comparto che ha tanta rilevanza in termini di saldo positivo per la bilancia commerciale del Paese e che rappresenta un biglietto da visita dell’Italia nel mondo. Tutto ciò danneggia l’intera filiera produttiva, con ricadute più gravi, però, per le piccole imprese del settore.

Infatti, la situazione complessiva a livello mondiale ha ridotto mediamente gli acquisti del 50%, e la seconda ondata determina un ulteriore danno per la stagione invernale 2020/2021 che si ripercuoterà sulla prossima campagna vendita per l’AI 2021/2022.

Stiamo parlando di 4 stagioni consecutive, che significano due anni di investimenti senza ritorno, con un calo di fatturato del 2020 che si stima dal 35% al 60%, un’ulteriore previsione sulla PE  2021 dal 50% al 70%. Ecco perché è determinante il mantenimento per tutto il 2021 della cassa integrazione e la rinegoziazione di tutti i finanziamenti con moratoria per ulteriori 18 mesi degli esistenti e possibilità di rinegoziazione per un periodo minimo di 10 anni e con concessione di aiuti a fondo perduto in base alle perdite subite causa Covid.

Non solo: secondo CNA sarebbe importante introdurre un’agevolazione fiscale sull’acquisto di prodotti Made in Italy nel nostro Paese, oltre che promuovere quest’ultimo nel mondo, impiegando in questa direzione tutte le risorse a disposizione per l’internazionalizzazione.

Ci sono poi delle peculiarità del settore da tenere in conto: l’alta intensità di manodopera (che determina la necessità di una riduzione del cuneo fiscale e flessibilità nell’utilizzo dei contratti a termine), la necessità di formalizzare le relazioni con patti di filiera in grado di creare aggregazioni capaci di reggere il mercato.

Di certo – chiosa Gasparini – Se non verranno prese misure ad hoc il settore è destinato a collassare con una forte ripercussione negativa sul nostro Paese fin dal 2021.