E’ un meno pesante quello che caratterizza l’andamento delle imprese manifatturiere modenesi con meno di 50 dipendenti, il peggiore da tredici trimestri ad oggi per quanto riguarda la produzione, che scende del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ma anche il fatturato subisce un contraccolpo negativo, perdendo il 5,4%. Una flessione dovuta, per una volta, alla contrazione dell’export, che scende dal 25,8% di tre mesi fa al 24,4% di fine giugno. E le prospettive non sembrano favorevoli, visto che gli ordini attesi sono previsti in calo del 2% per quanto riguarda l’estero e del 2,9% per ciò che concerne il mercato nazionale.

Un dato che rimane ovviamente parziale, rispetto alla media annua, anche se, alla luce degli andamenti produttivi congiunturali, i livelli produttivi, se confermati,scenderebbero al di sotto di quelli relativi al 2012. 

A incidere su questi risultati negativi, peraltro generalizzati, è soprattutto la meccanica di precisione, quella, cioè, che è la spina dorsale dell’economia manifatturiera modenese. Gli unici segni positivi sono quelli marcati dalla meccanica pesante e dal biomedicale.

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LE CONSIDERAZIONI DI CNA.
Esprime preoccupazione Umberto Venturi, presidente provinciale di CNA, per i dati economici fatti registrare dalle pmi modenesi nel periodo aprile-maggio. “Si tratta del terzo trimestre consecutivo con il segno meno e, come se non bastassero i problemi economici congiunturali, ci sono anche quelli fiscali: è dei giorni scorsi la nostra nota sul tax free day del 5 agosto, giorno in cui le imprese del territorio hanno finito di lavorare per pagare le tasse. A tutto ciò si aggiungono le incertezze politiche, dalla Brexit al golpe turco.
“Ecco perché oggi più che mai è indispensabile un sostegno straordinario all’economia, in particolare quella dei piccoli. A cominciare dall’aiutare la sopravvivenza delle piccole imprese manifatturiere, alle prese con difficoltà certificate dai numeri, visto che l’albo delle imprese artigiane si impoverisce di circa 400 aziende all’anno.”
Tre i punti su cui si dovrebbe puntare subito per aiutare le PMI. Innanzitutto introdurre la deducibilità completa dell’Imu dal reddito d’impresa, poi agevolare il passaggio generazione attraverso la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, così da favorire il subentro dei dipendenti alla guida della stessa. Infine, introdurre dei benefits in grado di ridurre l’imposizione fiscale sul reddito d’impresa eccedente quello “ideale” individuato dagli studi di settore.
“Tre interventi nemmeno troppo complicati che si tradurrebbero in un concerto aiuto alle pmi”, chiosa Venturi.

comunicato oss econ II trim 2016