“Molto è stato fatto e credo si possa dire che siamo a buon punto nella ricostruzione delle imprese, a cinque anni e mezzo dal terremoto del 2012. Rimangono però alcune criticità sulle quali è necessario intervenire, anche perché si tratta di manovre di buon senso e del tutto sostenibili da un punto di vista economico”. E’ il commento di Cesare Galavotti, presidente dell’Area Nord di CNA sulla situazione post terremoto nell’area del cratere.
“Innanzitutto c’è il problema del sostegno a quelle imprese che hanno intenzione di ritornare nei centri storici e che non hanno potuto inserire questi costi, in molti casi indeterminabili nei tempi e nelle modalità, nella richiesta di contributi per la delocalizzazione. Ora, non essendoci più la possibilità di richiedere integrazioni a queste domande, si tratta di predisporre misure specifiche per agevolare il rientro delle attività ancora delocalizzate, ad esempio fiscalmente esonerandole dall’applicazione degli studi di settore e degli indici di affidabilità fiscale di prossima applicazione. Poi prevedendo incentivi o al contrario penalizzazioni per favorire l’affitto di locali attualmente inutilizzati nei centri storici”.
Rimane aperto, secondo CNA, il tema della restituzione delle imposte, che si prolungherà sino a giugno 2020. Ad oggi, infatti, basta non pagare una rata per vedersi escusso l’intero importo. L’Associazione chiede invece la possibilità di rientrare nei piani di restituzione garantiti, anche in virtù del fatto che molte imprese sino ad oggi hanno ottenuto una liquidazione solo parziale dei contributi alla ricostruzione.
“Davvero problematica è la situazione delle imprese subappaltartici di ditte affidatarie di lavori in concordato preventivo o in fallimento, condizione che crea ai fornitori problemi di natura finanziaria che ne mettono in pericolo la stessa sopravvivenza. Il blocco dei pagamenti alle aziende affidatarie dei lavori, infatti, si trasmette alle aziende subappaltartici, spesso le più piccole. E’ necessario intervenire introducendo la possibilità che, nell’ambito della contributo erogato, alle imprese subfornitrici venga comunque corrisposta la quota parte di loro spettanza”.
Non vanno poi tralasciati i ritardi nelle procedure previste dalle ordinanze commissariali. “E’ facile prevedere – osserva Galavotti – che molte imprese, soprattutto del settore agricolo, ma non solo, non riusciranno a rispettare la scadenza ad oggi fissata al 28 febbraio. E’ necessario evitare che si verifichino blocchi ai lavori di ricostruzione, a revoche dei contributi e, conseguentemente, al moltiplicarsi dei contenziosi prevedendo una proroga per la fine lavori e le rendicontazioni nel settore dell’industria, dell’artigianato e del commercio rispetto ai termini attualmente fissati al 30 giugno e al 15 ottobre”.
“Rimangono altre questioni di natura fiscale e di interpretazioni a nostro avviso eccessivamente restrittive delle ordinanze, ma crediamo sia indispensabile intervenire tempestivamente su queste criticità, come si sottolineava in premessa, in quanto operazioni di buon senso e finanziariamente compatibili con le risorse pubbliche messe a disposizione per la ricostruzione”.
“Questi argomenti – conclude Galavotti – saranno al centro degli incontri con i rappresentanti delle forze politiche e con gli amministratori pubblici del territorio in vista delle prossime elezioni, il primo di questi, con l’onorevole del M5S Vittorio Ferraresi, avvenuto nei giorni scorsi.