Bisogna fare di più per sostenere il Made in Italy sui mercati internazionali. In particolare il tessile, l’abbigliamento, la pelletteria, il legno e l’arredo. I nostri prodotti, infatti, insidiati in casa da importazioni a basso costo, sono contrastati all’estero da una concorrenza spregiudicata”. Lo chiede Sergio Silvestrini, Segretario Generale della CNA, commentando i dati della produzione industriale di novembre 2015 confrontati con le importazioni e le esportazioni.

“Finalmente il 2015 si è dimostrato un anno di svolta per il manifatturiero italiano. Nei primi undici mesi – sottolinea – la crescita è stata dell’1,1% rispetto al 2014, tale da garantire finalmente il segno positivo a fine anno. Preoccupa, però, l’andamento del Made in Italy tradizionale. Tra gennaio e novembre le produzioni del tessile, abbigliamento e pelle sono arretrate del 3,8%, quelle del legno e arredo sono diminuite dello 0,4%”.

“Eppure – continua – i consumi delle famiglie hanno segnato un incremento, sia pure tiepido, crescendo dell’uno per cento. Ma a soddisfare questa domanda aggiuntiva sono state soprattutto le importazioni, salite del 5,7% nel tessile, abbigliamento e pelle e del 5% nel legno e arredo. Viceversa, le esportazioni sono aumentate rispettivamente solo dello 0,6% e del 3,1%”.

È allora indispensabile – conclude Silvestrini – una più efficace e robusta politica a sostegno delle Pmi per incentivare la loro presenza sui mercati internazionali e incrementare la quota di fatturato che realizzano all’estero”.