La grave crisi energetica che attraversa l’Italia sta mettendo in ginocchio il settore della panificazione artigiana, alle prese con uno dei momenti più difficili della propria storia recente.

“Le imprese di panificazione producono beni di prima necessità la cui distribuzione non può essere messa a repentaglio, pena il rischio di gravi ripercussioni sulla tenuta sociale; per questa ragione chiedono interventi specifici per far fronte ai rincari di farina, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari. Senza interventi mirati e immediati il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto venire a mancare dalle tavole degli Italiani”, dichiara Marcello Benetti, responsabile di CNA Agroalimentare Modena.

Quattro le proposte lanciate da CNA per sostenere il settore. Innanzitutto, l’incremento del credito di imposta previsto per le imprese ad alta intensità energetica, che per i panificatori artigiani dovrebbe essere elevato al 50%, con estensione a tutto il 1° quadrimestre 2023 e applicazione dell’obbligo per i fornitori di uno sconto immediato in bolletta “ove richiesto” pari al credito d’imposta spettante a fronte di una automatica cessione dello stesso. Poi, un intervento sulle norme relative al distacco delle forniture, individuando una moratoria che salvaguardi la continuità della produzione, stabilendo che il pagamento di almeno il 20% della fattura inibisca il distacco.

Quindi, una rimodulazione del trattamento fiscale del lavoro notturno, caratteristico nelle imprese di panificazione artigiana, al fine di contenere il costo del lavoro e contestualmente la capacità produttiva di pane fresco. Infine, il riconoscimento alle imprese del settore della qualifica di operatori svolgenti lavoro usurante.

Per sostenere le ragioni di queste richieste – conclude Benetti – abbiamo chiesto l’apertura di un Tavolo di confronto presso il ministero, assieme alle altre associazioni di categoria, anche per avviare un monitoraggio serrato dell’andamento dei costi energetici e delle materie prime.