Il Disegno di Legge 3119, che punta a semplificare il settore alimentare, può essere un ottimo veicolo per riconoscere le esigenze legittime di centinaia di microbirrifici, oggi penalizzati dal fisco rispetto ai concorrenti europei e sottoposti a dubbie interpretazioni della legge da parte della burocrazia pubblica”. Lo si legge in un comunicato congiunto di CNA Alimentare e Unionbirrai a margine dell’audizione sul Ddl 3119, tenuta nel pomeriggio di mercoledì 16 dicembre 2015 alla Commissione Agricoltura della Camera.

“È incomprensibile e inaccettabile – continua la nota – che la legislazione italiana consideri allo stesso modo microbirrifici e grandi impianti industriali, sia per livelli di imposizione fiscale che per complessità degli adempimenti, mentre quasi tutta l’Europa, e in particolare i nostri diretti concorrenti, come il Belgio e la Germania, favoriscono e sostengono i piccoli produttori, in coerenza peraltro con le direttive emanate dalla Commissione UE”.

“È anche tempo – sottolinea il comunicato – che venga chiarito il metodo di accertamento della produzione dei microbirrifici. Il controllo della produzione va fatto alla fine del processo e non prima, come talvolta accade, sia perché il mosto è soggetto a un calo fisiologico sia perché la maturazione del prodotto dura un lasso di tempo consistente e, di conseguenza, i produttori sono costretti – conclude la nota di CNA Alimentare e Unionbirrai – a pagare le accise ben prima di mettere in vendita la loro birra”.