Artigiani e piccole imprese ancora una volta sotto il tallone della burocrazia. Se non saranno attuate adeguate contromisure, l’impatto delle norme sarà estremamente complicato da gestire. Parliamo di tutela della riservatezza e delle pesantissime sanzioni che tra poco meno di un mese, il 25 maggio, colpiranno tutte le imprese che non si saranno adeguate al complesso – e per molti aspetti cervellotico – Regolamento europeo sulla privacy, detto GDPR”. Lo afferma il Presidente della CNA, Claudio Medici.
“Le imprese si stanno preparando a tappe forzate a questi nuovi obblighi – prosegue Medici – avendo sul collo la scadenza del 25 maggio, una scadenza blindata con la minaccia di pesantissime sanzioni per gli inadempienti.
CNA, peraltro, è molto impegnata in una minuziosa attività informativa: sono già oltre 150 – un numero record – i partecipanti iscritti all’importante seminario che si terrà venerdì 4 maggio alle 19 presso la sede provinciale di CNA (e, in video conferenza, nei principali uffici territoriali dell’Associazione: Carpi, Castelfranco, Mirandola, Sassuolo, Pavullo e Vignola) proprio sulla nuova normativa europea per la tutela dei dati personali. Predisposto anche un servizio di assistenza personalizzata sulle specifiche che consentirà a CNA di essere fianco delle imprese nel processo di adeguamento alle nuove norme e di conseguenza dei relativi processi aziendali. Per questo stiamo monitorando, attraverso questionari ad hoc, le necessità delle imprese in questo ambito. Nello specifico, le aziende che si rivolgeranno a CNA potranno implementare, gestire, archiviare la documentazione privacy, accedendo eventualmente anche a percorsi formativi pensati per tutte le figure coinvolte nel processo di adeguamento al nuovo regolamento europeo”.
Purtroppo – insiste il Presidente di CNA Modena – a nessuno, fra i nostri burocrati, è venuto in mente che il sistema Paese, se c’è una cosa di cui non ha bisogno, sono nuovi lacci, lacciuoli, scartoffie e quindi ulteriori costi, non produttivi, che colpiscono artigiani e piccole imprese, cioè quanti ogni giorno si dedicano alla creazione di lavoro e ricchezza diffusa. Ancora una volta la macchina burocratica rema contro”.
L’Italia deve assolutamente seguire l’esempio di altri paesi – conclude Medici – che hanno deciso di concedere alle imprese un congruo periodo transitorio prima di applicare le sanzioni. La riservatezza è un diritto fondamentale dell’uomo ma non si può certo accusare gli artigiani, le micro e le piccole imprese di lederlo. Il caso Facebook insegna alla politica e alla burocrazia italiane, colpevolmente silenti mentre si avvicina la fatidica data del 25 maggio, che vanno cercati altrove i nemici della privacy. Occorre fermare a tutti i costi questa nuova tempesta in arrivo. E’ per questo che noi esprimiamo un no forte e chiaro alle sanzioni previste dal 25 maggio”.