“La strada intrapresa con la Legge di Stabilità 2016 va sicuramente nella giusta direzione, quella di una riduzione delle imposte. Mancano, tuttavia, alcune importanti misure che ci auguriamo possano essere inserite nel corso dell’iter parlamentare”.

Sono queste le prime valutazioni che Paolo Vincenzi, presidente di CNA Costruzioni Modena, fa delle prime indiscrezioni circa il Ddl relativo alla Legge di Stabilità, che ha avviato il suo iter parlamentare al Senato.
“In particolare, soprattutto rispetto alla filiera dell’edilizia – continua Vincenzi – meritano di essere sottolineati l’introduzione del superammortamento, con deduzione pari al 140% degli investimenti in beni strumentali nuovi effettuati dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016, l’allentamento del patto di stabilità interno degli enti locali dal 2016, che può consentire la ripresa degli investimenti pubblici per la riqualificazione del patrimonio pubblico (scuole, uffici pubblici, …) e la manutenzione del territorio (prevenzione di disastri ambientale, riduzione del rischio di dissesto idrogeologico, …), oltre alla proroga dell’esonero contributivo per incentivare le assunzioni o le trasformazioni a tempo indeterminato effettuate nel 2016”.

Significativa, secondo l’Associazione, è anche l’introduzione della possibilità di recuperare immediatamente l’IVA sui crediti insoluti verso imprese soggette alle procedure concorsuali, e, a partire dal 2017, la riduzione dell’IRES dall’attuale 27,5% al 24%, a partire dal 2017.

“Questi elementi positivi si scontrano però con altri dove occorre fare chiarezza – è il caso della Tasi che grava sugli immobili non ancora venduti da parte delle imprese edili, che dovrebbe essere definitivamente cancellata – e altri rispetto ai quali auspichiamo l’inserimento in occasione del passaggio del Decreto in Parlamento”, sottolinea Vincenzi.

“Si tratta – conclude il presidente di CNA Costruzioni Modena – di partite ancora aperte ma estremamente importanti per il settore. Pensiamo alla ritenuta d’acconto operata dalle banche sui bonifici per il pagamento degli interventi di riqualificazione energetica e ristrutturazione degli edifici, che noi chiediamo sia riportata dall’attuale 8% al precedente 4%. Si tratta, infatti, di un provvedimento che ha avuto ripercussioni negative sulla disponibilità finanziaria delle imprese, al pari dei meccanismi di reverse charge e split payment, di cui chiediamo con forza la soppressione. Va in questa direzione anche la richiesta di una tassazione del reddito delle imprese in contabilità semplificata secondo il “criterio di cassa”, per evitare che si paghino imposte su redditi non ancora incassati. Infine, sottolineiamo l’importanza di sancire la piena deducibilità dell’IMU dal reddito d’impresa e dalla base imponibile IRAP, oggi deducibile del 20 % solo dal reddito d’impresa. Una misura già prevista dal DL 54/2013 che, nell’ambito della complessiva riforma dell’imposizione sul patrimonio immobiliare, ha disposto espressamente che fosse riconosciuta la totale deducibilità dal reddito d’impresa dell’IMU relativa agli immobili utilizzati per attività produttive”.