In occasione del SAIE, chiusosi a Bologna qualche nei giorni scorsi, l’associazione Ingegneria Sismica Italiana (ISI) ha presentato le sue proposte per la prevenzione di rischio sismico.

In 13 punti le strade da percorrere sul piano normativo e delle politiche economiche e sociali:

  1. Introduzione della Classificazione Sismica degli Edifici. Informa e sensibilizza l’opinione pubblica mantenendo l’attenzione sul problema nel lungo termine, stimolando i privati a misure di adattamento autonomo
  2. Creazione di un Albo per professionisti abilitati a rilasciare certificati di Classificazione Sismica e creazione della figura del Professionista esperto in sicurezza sismica
  3. La valutazione della vulnerabilità sismica di edifici pubblici, deve essere effettuata o validata da un professionista esperto in sicurezza sismica ed abilitato al rilascio della Certificazione.
  4. Sviluppare una “cultura sismica” nel Paese con esercitazioni periodiche, incontri di sensibilizzazione, divulgazione nelle scuole e negli ambienti lavorativi
  5. Rendere obbligatoria, a carico delle finanze pubbliche, la verifica di vulnerabilità sismica per edifici pubblici e per gli edifici in corrispondenza delle vie di fuga previste dai piani Comunali della Protezione Civile e deposito della verifica stessa presso l’amministrazione competente
  6. Incentivare la verifica di vulnerabilità sismica per edifici pubblici di valenza storica e attuare dei piani di miglioramento sismico che pongano in evidenza l’aspetto della tutela dell’integrità del costruito storico, promuovendo nel contempo la rimozione del vincolo per edifici soggetti al solo vincolo di vetustà e di non significativa valenza storica
  7. Le amministrazioni, nell’ambito delle proprie competenze devono proporre ed incentivare gli interventi di riduzione del rischio. Una percentuale minima del budget deve essere dedicata al miglioramento sismico, ed essere calibrata in modo proporzionale alla vulnerabilità sismica degli edifici dell’amministrazione pubblica e alla pericolosità sismica del sito. Le priorità di intervento sono destinate agli edifici strategici, edifici in corrispondenza delle vie di fuga ed edifici con rilievo storico/artistico/culturale per la popolazione
  8. Definire un valore minimo di soglia di vulnerabilità per gli edifici pubblici sulla base della Classe Sismica. Tale limite di soglia insieme alla destinazione d’uso, definiscono gli edifici con priorità di intervento. Il valore minimo di soglia di vulnerabilità può essere innalzato negli anni, garantendo la gestione delle priorità di intervento e allo stesso tempo un’adeguata distribuzione delle risorse tale da perseguire il progressivo adeguamento sismico dell’intero patrimonio edilizio nel tempo
  9. Costo delle verifiche interamente deducibile (per la verifica, 100%) nel caso si facciano lavori di miglioramento/adeguamento. In altri casi, si potrebbe pensare ad una detraibilità in percentuali ridotte, o che in ogni caso sia esente IVA
  10. Riduzione delle imposte sulla casa (IMU, TARI, TASI, ecc.) per edifici per i quali è stata effettuata la Classificazione Sismica e si collocano in una delle classi alte (ad esempio A o B). Tale iniziativa incentiva la classificazione anche nelle multiproprietà (i.e. Condomini) dove tutti i proprietari ne traggono vantaggio
  11. Riduzione delle imposte sulla compravendita di immobili (Registro, ecc.) per edifici per i quali è stata effettuata la Classificazione Sismica e si collocano in una delle classi alte (ad esempio A o B)
  12. Riduzione degli oneri di urbanizzazione per interventi di demolizione/ricostruzione per edifici per i quali è stata effettuata la Classificazione Sismica e si collocano in una delle classi basse (ad esempio D, E o F)
  13. Incentivi “Ecobonus” amplificati per edifici per i quali è stata effettuata la Classificazione Sismica e si collocano in una delle classi alte (ad esempio A o B)
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