La contrattazione di secondo livello è quella misura che permette alle imprese di stipulare accordi con i dipendenti derogando ai contratti collettivi nazionali. Uno strumento utile, ad esempio, per adattare gli orari di lavoro alle caratteristiche produttive, anche in base alla stagionalità dell’attività aziendale. Ma le ricadute possono essere altrettanto utili per i lavoratori, che possono usufruire di premi fortemente detassati, addirittura netti, quando questo premio viene erogato come strumento di welfare (asili, assistenza familiare, e via dicendo). Insomma, un’opportunità davvero importante per le imprese, che possono contare su uno strumento in grado di adeguare le politiche salariali alle attività aziendali. Se ne è parlato a fondo martedì 19 giugno, nel corso di un seminario organizzato da CNA presso la Camera di Commercio, al quale hanno partecipato circa settanta imprenditori.
“A livello nazionale – ha commentato Claudio Medici, presidente di CNA Modena – la contrattazione ha recepito le novità introdotte dal jobs act su welfare, bilateralità e flessibilità, introducendo la possibilità di erogare premi di produzione (anche nelle piccole imprese), collegati a obiettivi aziendali. Ma è a livello regionale che si sono manifestate le più importanti novità”.
I contratti di secondo livello in vigore fino allo scorso autunno, infatti, sono stati oggetto di riforma per superare il vecchio sistema di erogazione di premi variabili corrisposti sulla base di indicatori economici generali che non rappresentavano il reale miglioramento delle performance aziendali. Grazie alla ripresa delle relazioni sindacali a livello regionale con i sindacati dei lavoratori, si è arrivati alla definizione di un nuovo modello contrattuale che da un lato valorizza la bilateralità artigiana e dall’altro consente alle imprese di erogare salari veramente variabili al raggiungimento degli obiettivi concordati, utilizzando tutte le opportunità fiscali e contributive per lavoratori e imprese consentite dal welfare.
Questa “rivoluzione” contrattuale è stata sancita con l’accordo del settembre 2018, che, dopo dieci anni di stop, ha premesso la ripresa della contrattazione artigiana di secondo livello.
“Oggi, grazie a questo accordo – sottolinea Medici – le piccole imprese, anche quelle non artigiane, dispongono di uno strumento agile, flessibile e concreto per identificare indicatori di risultato e obiettivi di miglioramento aziendali. In questo modo, anche le piccole imprese possono identificare obiettivi di miglioramento aziendali introducendo meccanismi di premialità personalizzati, e cogliere i vantaggi fiscali della detassazione e della erogazione di salario sotto forma di welfare, andando ben oltre la mera gestione dei momenti di crisi ma ricorrendo a questi contratti come forma di organizzazione del lavoro”.