La Legge n.106 del 06/06/2016 ha delegato il Governo ad attuare una riforma del “Terzo Settore” allo scopo di fornire un più adeguato quadro normativo specifico per gli enti che operano senza fini di lucro, per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. I soggetti riconducibili tra gli “Enti del Terzo Settore” potranno così essere riconosciuti, maggiormente valorizzati e sostenuti. È una riforma impegnativa per le Istituzioni, che mediante norme di sostegno fiscale e di sviluppo di progetti innovativi, vuole dare impulso alla crescita di un Terzo Settore, affinché esso possa essere ancora più trasparente, efficace, radicato nelle comunità.

Il Consiglio dei Ministri, nel mese di luglio 2017, ha approvato in via definitiva i tre decreti legislativi che rendono operativa la legge delega: il Codice del Terzo Settore, l’Impresa Sociale e il Cinque Per Mille.

Un ruolo essenziale nella nuova regolazione è il Codice del Terzo Settore: cuore dell’ordinamento è l’istituzione del “Registro Unico del Terzo Settore”: uno strumento che sarà avviato, gestito e aggiornato dalle Regioni ma che utilizzerà un’unica piattaforma nazionale. L’obiettivo è il superamento della frammentazione dei troppi registri oggi esistenti e il riordino della miriade di norme fiscali; solo attraverso l’iscrizione al Registro Unico del Terzo Settore sarà possibile, ad esempio, accedere al cinque per mille, agli incentivi fiscali, stipulare convenzioni con gli enti pubblici, ecc…

Con il decreto sull’Impresa Sociale, il governo riprova a fornire una normativa che incentivi la crescita e lo sviluppo di particolari settori commerciali e di servizi, quali ad esempio il commercio equo, l’alloggio sociale, un nuovo credito sociale, l’agricoltura sociale, ecc.. Importante novità è la previsione, della possibile distribuzione degli utili, anche se parziale, e soprattutto si prevedono incentivi all’investimento di capitale per le nuove imprese sociali.

Infine il Cinque per mille. Il decreto porta a compimento la riforma strutturale iniziata con la Legge di Bilancio 2015, che gli ha attribuito risorse in modo stabile per 500 milioni all’anno e che ha sancito il venire meno dell’obbligo, per gli enti in possesso dei requisiti e già iscritti nell’elenco, di ripetere la domanda ogni anno. Il decreto mira inoltre ad accelerare i tempi di erogazione del contributo e introduce disposizioni per rendere del tutto trasparente l’utilizzo delle risorse da parte dei beneficiari.