Un investimento da 20 milioni di euro, circa 35 nuove assunzioni, il tutto entro la fine del 2015. Sono i numeri più eclatanti dei progetti di espansione della Pm, l’azienda di Marano che, con i suoi 100 dipendenti, lavora nell’ambito della meccanica di precisione per l’automotive, vantando nella propria clientela alcuni dei più importanti produttori mondiali.

“Il nuovo investimento – racconta Piero Vandelli, uno dei titolari della bella realtà industriale modenese – vuole appunto rispondere alle nuove commesse di un’importante marca tedesca, la Mercedes, che ci affidato la produzione dei componenti di alcune sue importanti vetture”.

Il nuovo capannone, di 8.000 metri quadrati, dovrebbe sorgere accanto a quello di Marano, nel territorio del Comune di Vignola, dal quale è separato dal confine amministrativo tra i due comuni. “Abbiamo già inoltrato all’amministrazione le domande di autorizzazione, ma confidiamo che non venga persa questa importante opportunità di sviluppo per l’intero territorio”.

Le alternative, infatti, non mancano. “Da molti altri paesi sono arrivate proposte economicamente vantaggiose: Germania, Svizzera, Slovenia si sono fatte avanti con proposte interessanti. Ma noi siamo nati qui e qui vorremmo rimanere” sottolinea Vandelli.

Un’opportunità per l’intero territorio, si diceva, e non solo per l’aumento di posti di lavoro (a regime la Pm arriverà a circa 150 dipendenti, mentre i piani industriali prevedono un graduale aumento del fatturato annuo fino ad arrivare, nel 2018, a raddoppiare gli attuali 25 milioni di euro), ma anche dell’indotto. “La nostra filiera produttiva è esclusivamente italiana e in particolare modenese: penso, ad esempio all’autotrasporto, ma anche ad altre lavorazioni” fa notare il manager della Pm che, assieme ad altre cinque aziende dell’area Terre di Castelli ha costituito un consorzio di imprese, Vmech.

Importante sarà anche il fattore tempo. “La realizzazione delle nuove commesse – chi parla è sempre Piero Vandelli – è già iniziata nello stabilimento di Marano, ma si tratta comunque di una soluzione ponte: alla fine del 2016 dovremo necessariamente essere a regime con i nuovi impianti. I contratti, infatti, sono già stati firmati e dobbiamo rispettarli, per non perdere questa importante partnership commerciale”.