Se già l’avvento della pandemia aveva iniziato a far traballare i bilanci di imprese e società, i rincari energetici dell’ultimo periodo sembrerebbero voler dare la stoccata finale all’economia del Paese, fra conti che non tornano e la necessità, conseguente, di aumentare i prezzi di prodotti e servizi.

In questo quadro i riflettori sono puntati ovviamente sulle aziende energivore, che per prime accusano il colpo dei rincari. Tuttavia, timide e silenziose vittime di questa situazione sono anche le imprese dei servizi alla persona, dall’acconciatura all’estetica passando per tutte le attività del benessere.

A dar voce alle criticità e ai problemi affrontati dalle realtà del settore è il CNA Sanità e Benessere di Modena, in particolare a seguito di una ricerca condotta all’interno del comparto, dalla quale è emerso un dato tanto interessante quanto preoccupante, in grado di evidenziare l’impatto della crisi sui servizi alla persona, protagonisti fondamentali della società e, dunque, dell’economia. Quasi un’impresa su quattro di questo settore, infatti, rischia di dover aumentare il prezzo dei propri servizi.

Non va dimenticato, quando si analizza questo dato, che si tratta di una categoria già fortemente provata dalle limitazioni degli ultimi due anni legate al contesto pandemico.

“In questa situazione fronteggiare gli aumenti senza intaccare il listino prezzi diventa davvero difficile – riportano dal CNA – malgrado più della metà degli imprenditori del settore si dica deciso a non voler aumentare i propri prezzi. A spaventare è inoltre l’ipotesi di un razionamento, che implicherebbe una con contrazione dell’attività”.

La situazione si fa ancora più delicata per un altro settore legato al benessere, quello delle palestre, i cui costi legati al consumo dell’energia incidono in modo pesante sulla gestione d’impresa. A tirare le somme di una situazione oltremodo difficile e pesante, che richiede uno sforzo comune e l’utilizzo di nuove strategie, è il presidente del CNA Marcello Montorsi, che ha osservato: “Gli sforzi del governo dei mesi scorsi sono andati nella giusta direzione. Tuttavia, di fronte agli ulteriori rincari di luglio e agosto, non sono sufficienti. Per di più il rincaro delle bollette, l’inflazione, la preoccupazione per il futuro sono fattori negativi che si aggiungono gli uni agli altri. Per questo confidiamo in interventi immediati – un tetto al costo di gas ed energia elettrica, un nuovo credito d’imposta sugli aumenti – per sostenere non solo le nostre attività, ma l’intero sistema produttivo”.

 

Qui l’articolo sul Resto del Carlino