Le partite Iva escluse dalla possibilità, definita da una nota del Ministero degli Interni, di accedere a pranzo da bar e ristoranti aperti in virtù di contratti di somministrazione stipulati con le imprese

Una precisazione del Ministero degli Interni chiarisce le norme del Dpcm che regolano l’attività dei ristoranti in quanto mense. In altre parole, gli esercizi di ristorazione possono svolgere l’attività di mensa nei confronti dei dipendenti delle imprese con le quali stipuleranno un contratto di somministrazione.

Una precisazione necessaria, ma soprattutto una buona notizia per le attività della ristorazione (anche se si tratta di una possibilità di apertura totalmente insufficiente a rispondere ai bisogni della categoria), e di una buona notizia anche per le imprese e i loro dipendenti. Non per tutte le imprese, però, perché le partite iva ed i professionisti – stiamo parlando ad esempio degli agenti di commercio, imprenditori che per la natura stessa della loro attività passano la giornata lontano dal proprio domicilio – sono esplicitamente esclusi da questa possibilità.

“In altre parole – commenta Primo Guizzardi, portavoce degli agenti di commercio di CNA Modena – la categoria è costretta a mangiarsi un panino nella propria automobile, per non parlare della necessità di espletare i propri bisogni fisiologici: nei nostri percorsi dovremo stare attenti ad individuare strade ricche di alberi!”.

“Al di là delle battute – continua Guizzardi – anche questi aspetti dei diversi Dpcm, che per alcuni potrebbero essere definiti risibili, dimostrano come spesso i decreti siano scritti da persone che non sono a contatto con la vita reale. Chiediamo, e non ci sembra di pretendere troppo, di essere trattati come gli altri lavoratori e di poter anche noi fare riferimento ad attività di servizio a tutti gli effetti quali sono appunto bar e ristoranti”.

Una richiesta che testimonia l’importanza del ruolo di servizio svolto dagli esercizi di ristorazione.