Conoscere le abitudini di consumo dei cittadini è molto importante per determinare le strategie per affrontare la concorrenza nel commercio, sia per ciò che riguarda le singole imprese che per ciò che concerne le politiche locali. Per questo CNA ha commissionato uno studio a livello provinciale, con l’obiettivo, appunto, di indagare le consuetudini dei consumatori modenesi, studio che ha toccato anche l’Appennino modenese.
I risultati. Stando all’indagine, i consumatori dell’Appennino sono molto più restii ad acquistare sia nei centri commerciali (magari perché più lontani), sia su internet. Per quanto riguarda gli alimentari, ad esempio, sono il 30,7% (il triplo di quanto avviene in provincia) quelli che acquistano nei piccoli negozi, mentre si ferma al 51,5% la percentuale di coloro che si forniscono negli iper. Sul versante elettrodomestici, i consumatori se li dividono quasi equamente le grandi catene ed i piccoli negozi specializzati (39,8% e 37,7%), mentre, per ciò che riguarda l’abbigliamento, sono i piccoli negozi a fare la parte del leone, con il 43,8% delle vendite (a livello provinciale è il 31%), mentre una quota rilevante in questo caso è ancora quella del commercio ambulante: il 20,9%.
Le strategie. I consumatori dell’Appennino si dividono tutto sommato equamente su eventuali nuove strategie distributive, come testimonia la tabella seguente (dati espressi in percentuali):

Strategie di aumento vendite si no non saprei
Catalogo online 44,7 46,9 8,4
Consegna a domicilio 43,2 47,4 9,4
Offerte via mail 44,8 45,7 9,5

L’indagine è andata oltre gli aspetti commerciali: il 70% ritiene che la presenza dei piccoli esercizi rendano più sicure le città, percentuale che sale all’80% rispetto alla loro funzione di comunità. Rimane però un certo pessimismo circa le dinamiche del commercio di vicinato: il 44,5% ritiene, infatti, che questo sia destinato a scomparire, contro un 52,8% che invece, afferma che i piccoli negozi abbiano ancora un futuro.
Il commento. “Noi – dice Ermanno Brusiani, presidente CNA dell’Area di Pavullo – riteniamo che i piccoli negozi debbano avere un futuro, perché questi conservano una funzione di indubbia utilità, soprattutto in un territorio come quello dell’Appennino. Per questo, sulla base delle dichiarazioni dell’Assessore regionale al turismo e commercio, Andrea Corsini, intervenuto ad un recente convegno, chiediamo alla Regione Emilia-Romagna di pubblicare quanto prima l’annunciato bando per la riduzione dei canoni di locazione dei piccoli negozi. Ma si tratta di una misura che non potrebbe non essere sufficiente, se non affiancata ad un sostegno diretto dei progetti di investimento nel rinnovo e nella qualificazione dei locali, e nell’insediamento di nuove attività nei borghi e nei centri storici”.
Alcuni di questi ultimi, infatti – continua Brusiani – sono al collasso, ormai svuotati della loro essenza come centri di incontro delle comunità locali. Anche le amministrazioni devono intervenire in questa direzione, ad esempio, facilitando e sburocratizzando i cambi d’uso dei locali e detassando le nuove attività”.
“Anche gli operatori del settore commerciale, però, possono fare la loro parte, specializzandosi anche rispetto ai prodotti del territorio e ai contenuti storici e culturali di questi ultimi”, conclude il dirigente di CNA.